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Il sanguinamento delle emorroidi: perché avviene?

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Perché le emorroidi sanguinano?

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Luisella Troyer - MioDottore.it

Ti capita di perdere sangue rosso vivo ogni volta che fai di corpo, magari accompagnato da bruciore e fastidio?

Questo sangue lo trovi sulla carta igienica, sulle feci o addirittura nella tazza, perché magari gocciola direttamente dall’ano?

Il colore del sangue rosso vivo sulla carta igienica e sulle feci spesso mette autentico terrore nel paziente, che spesso pensa di essere afflitto da patologie maligne, come il cancro del colon e del retto.

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In realtà, la statistica vuole che la maggior parte degli episodi di ematochezia, cioè il sanguinamento anale che si verifica in genere dopo l’evacuazione, sono imputabili al prolasso delle emorroidi.

Se sei andato in panico dopo aver visto del sangue rosso vivo sulle feci o sulla carta igienica, cerca di rimanere calmo: prenota una visita proctologica e, nel mentre, leggi quest’articolo scritto per te dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Chirurgo Proctologo di Milano.

Cosa sono le emorroidi?

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prolasso emorroidario di ii grado durante videoproctoscopia

Le emorroidi sono dei piccoli cuscinetti formati da vene ed arterie unite tra di loro, posizionati all’interno del canale anale.

Tutti noi abbiamo tre plessi emorroidari principali: anteriore destro, posteriore destro e laterale sinistro, a cui si aggiungono un paio di plessi secondari più piccini.

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la dottoressa mentre esegue l'esame di videoproctoscopia elettronica

Il compito fisiologico delle emorroidi è l’idonea vascolarizzazione del canale anorettale e, in misura minore, anche di aiuto ai muscoli sfinteri per il contenimento fecale.

In condizioni di normalità, dunque, è del tutto normale ‘avere le emorroidi’, in quanto elementi anatomici naturalmente presenti già dalla nostra nascita.

Solo nel caso in cui le emorroidi dovessero, per una lunga serie di motivi, estrudere, infiammarsi, gonfiarsi o lacerarsi, si può parlare di malattia emorroidaria, che è una vera e propria patologia.

Perché le emorroidi diventano patologiche e danno problemi?

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L'ispezione proctologica è indispensabile per diagnosticare le emorroidi

In Medicina, si parla di ‘malattia emorroidaria’ esclusivamente quando le emorroidi cominciano a dare sintomi evidenti, sia all’ispezione del Medico che in rapporto alla sintomatologia per il paziente.

Questa malattia emorroidaria si presenta come un lento ma costante prolasso dei plessi emorroidari, con un loro conseguente rigonfiamento.

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Ciò causa la fuoriuscita delle emorroidi dalla loro sede nel canale anale e, per forza di gravità, il loro prolasso verso il basso, cioè fuori dall’orifizio anale.

Tale prolasso è solitamente lento, ma inesorabile una volta iniziato e non trattato celermente con la giusta terapia medica: le emorroidi si gonfiano e prolassano sempre di più verso l’esterno, raggiungendo spesso casi veramente critici, di grande dolore e sofferenza per il paziente.

La causa esatta dell’inizio del prolasso emorroidario non è ancora del tutto nota alla scienza, e non vi è un parere univoco della comunità scientifica.

Ormai da anni, si propongono due teorie principali che tentano di spiegare come mai le emorroidi di gonfino e inizino a prolassare:

  • La teoria meccanica, che ipotizza un naturale cedimento dei tessuti dovuto al calo del collagene, a naturale invecchiamento e a fattori scatenanti specifici, che aumentano la pressione intraaddominale (come la stipsi cronica);
  • La teoria emodinamica, che ipotizza un rigonfiamento dei plessi per un’incontinenza dei tessuti interni dei plessi, non molto dissimile da quella che causa l’insufficienza venosa cronica, e che può portare ad una fragilità delle pareti interne delle emorroidi e il loro sfinimento per la pressione sanguigna, che le fa dunque prolassare

È bene notare come le due teorie, comunque, non siano necessariamente in contrasto tra di loro, e che possano anzi essere entrambe le facce della stessa medaglia.

Consigli proctologici

Ci sono alcuni lavori che necessitano giocoforza di lunghi periodi in piedi, in quella che viene chiamata posizione ortostatica.

Lavori come, ad esempio, il cuoco, la parrucchiera, il barista necessitano spesso di posizione ortostatica per ore ed ore, con un minimo movimento muscolare.

Ciò non è un bene per i tessuti del canale anorettale che, per forza di gravità, tendono a sfiancarsi e a prolassare verso il basso, specie in soggetti non più giovanissimi.

Questo può essere una causa scatenante dell'inizio della patologia emorroidaria.

Quali sono i fattori scatenanti delle emorroidi?

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  • Le due ipotizzate teorie principali sul perché le emorroidi inizino a prolassare necessitano comunque di quelli che vengono definiti ‘fattori scatenanti’, cioè delle concause concrete e reali per cui i plessi emorroidari si sfianchino, iniziando il loro prolasso.

Questi fattori scatenanti sono noti alla Medicina da molti anni, e sono:

  • La stipsi cronica;
  • La diarrea cronica;
  • Una dieta povera di adeguata idratazione e fibre;
  • Il sovrappeso e l'obesità;
  • La gravidanza e il parto;
  • Il fumo e il tabagismo;
  • Alcuni lavori di fatica, particolarmente usuranti;
  • Alcuni mestieri dove, giocoforza, si è costretti a stare per lunghi periodi in piedi e fermi;
  • Alcuni sport, come il sollevamento pesi, il ciclismo e il motociclismo;
  • Alcune abitudini sbagliate, come il passare troppo tempo sul water a leggere o sforzarsi per andare di corpo

Questi fattori scatenanti sono quelli che, in caso di predisposizione del paziente, solitamente danno inizio alla patologia emorroidaria.

Perché le emorroidi sanguinano?

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Le emorroidi prolassate fuori dalla loro sede anatomica originaria sono facilmente lesionabili dalle feci in transito nel canale anorettale.

Le feci che passano, cariche di batteri e materiale di fermentazione batterica, specie se troppo dure lesionano le emorroidi e causano autentiche ferite, che danno origine al sanguinamento anale.

Tale sanguinamento si manifesta solitamente durante l’evacuazione o subito poco dopo, e il sintomo evidente sono le macchie di sangue rosso vivo su carta igienica, sulle feci o addirittura un gocciolamento di sangue sul water.

A volte il sangue è presente sotto forma di striature nelle feci, altre volte, specie nei casi di prolasso emorroidario di grado elevato (IV grado irriducibile neppure con la manovra manuale), il sanguinamento può avvenire spontaneamente anche senza evacuazione, solo con l’attrito delle emorroidi con gli indumenti.

In gergo medico, il sanguinamento anale viene chiamato ematochezia, ed è un episodio che spaventa molto il paziente e lo induce a pensare di essere portatore di qualche patologia non benigna al retto o all’ano.

Quando il sanguinamento è veramente copioso, molto simile ad un’emorragia, viene chiamato rettoragia.

Fortunatamente, gli episodi di rettoragia imputabili alle emorroidi sono decisamente rari, e molto più comuni sono le piccole perdite quotidiane all’evacuazione, rientranti nella semplice ematochezia.

Il sangue rosso vivo dall’ano è buon segno?

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emorroidi di iv grado viste all'esame proctoscopico

Qualsiasi sanguinamento anale è sospetto, e dovrebbe essere oggetto d’indagine.

Perdere sangue dall’ano, poco o tanto, durante o poco dopo la defecazione non è naturale, e indica sempre la presenza di una lesione intestinale.

L’intestino crasso, cioè il colon, è un lungo e largo tubo di circa 7 metri, che può soffrire di tante patologie, benigne e non.

Ogni parte della sua delicata mucosa interna può lesionarsi, e per i motivi più disparati: da stati infiammativi fino a lesioni cancerose, le possibili cause di una lesione intestinale sono davvero tante.

Solitamente, la presenza di sangue rosso vivo durante o subito dopo la defecazione significa che la ferita che sicuramente s’è creata riguarda però l’ultimo tratto dell’intestino, e non un tratto alto dello stesso.

Generalmente, lesioni presenti nell’intestino tenue oppure nelle prime parti del colon, cioè il colon ascendente e il colon trasverso, danno come sintomo l’emissione di sangue nero, quasi coagulato, segno della digestione avvenuta nel lungo percorso fino all’ano.

Anche se, di per sé, il sangue che esce dall’ano non è mai un ‘buon segno’, la statistica ci dice che quasi sempre esso è dovuto ad una patologia benigna del canale anorettale, come appunto le emorroidi patologiche o, a volte, una ragade anale.

Ciò non deve trattenere il paziente dall’effettuare la necessaria visita proctologica per accertarsi veramente della diagnosi benigna: anche se più raramente, l’ematochezia può essere la spia d’allarme di situazioni meritevoli di cure immediate, come ad esempio il carcinoma del retto e dell’ano, oppure una pericolosa diverticolite.

C’è una scala di severità per le emorroidi?

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Sì, convenzionalmente le emorroidi sono divise in quattro stadi di gravità, in relazione al volume del loro prolasso:

  • Emorroidi di I grado, emorroidi interne al canale anale, rilevabili sono mediante una proctoscopia;
  • Emorroidi di II grado, emorroidi che estrudono dal canale anale solo durante il ponzamento dell’evacuazione, oppure sotto alcuni sforzi, ma che rientrano subito spontaneamente nel canale;
  • Emorroidi di III grado, emorroidi che estrudono dal canale anale ma che possono ancora essere reinserite dentro con una manovra manuale;
  • Emorroidi di IV grado, emorroidi che estrudono completamente fuori dal canale anale e che non sono più riducibili all’interno, neppure con adeguata manovra manuale

Ovviamente, questa scala di gravità è una traccia indicativa: alcuni stadi emorroidari non sono categoricamente definiti, e si trovano in situazioni di severità ‘ad anello’ tra uno stadio e l’altro.

Consigli proctologici

Il sanguinamento rosso vivo durante la defecazione è sempre il sintomo di una lesione al canale anorettale o, comunque, alla parte finale dell'intestino.

Questo perché lesioni all'alto intestino, quindi verso il cieco o il colon ascendente, comportano un'inevitabile digestione del sangue, che divene dunque scuro, a volte quasi coagulato.

C'è comunque da dire che, sebbene il sanguinamento anale sia un sintomo tipico delle emorroidi, esse non solo la sola causa assoluta: vi sono anche tante altre patologie che possono lesionare la mucosa anorettale, come ad esempio la ragade anale, la rettocolite ulcerosa, i polipi della mucosa oppure anche la presenza di condilomi.

ecco perché, in caso di sanguinamento durante l'evacuazione, è sempre consigliabile effettuare una visita specialistica proctologica.

Come si possono curare le emorroidi?

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seduta di scleroterapia

La cura per le emorroidi varia in base al loro stato di gravità.

Prolassi emorroidari di grado basso, specie in soggetti ancora giovani e in cui la produzione di collagene dei tessuti è ancora ottima, possono essere ridotti con la giusta dieta, la decongestione farmacologica della zona anale e il ricorso agli integratori a base di flavonoidi.

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Spesso difatti, chi soffre di prolassi emorroidari lievi, però cronici, risulta avere anche una diffusa anite e proctite (l’infiammazione del canale anorettale), che peggiora la condizione della mucosa e non permette ai tessuti di rigenerarsi, alimentando dunque la congestione delle emorroidi.

Sfiammando la zona e assicurandosi che il paziente provveda a regolari evacuazioni normoformate e morbide, spesso le emorroidi di grado basso recedono, facendo regredire anche la loro sintomatologia.

Gradi di emorroidi elevati, o che non rispondono adeguatamente alla cura farmacologica, necessitano sempre di intervento medico o chirurgico.

I trattamenti disponibili per le emorroidi croniche sono essenzialmente di due tipi: conservativi oppure radicali.

I trattamenti conservativi, come il nome del resto lascia supporre, mirano a ridurre la sintomatologia e il volume del prolasso, lasciando però intatti i tessuti dei plessi emorroidari.

  • Sono trattamenti utili in genere solo per gli stadi lievi, in cui ancora i tessuti delle emorroidi non si sono del tutto sfiancati.

Tra i trattamenti conservativi possiamo citare:

  • La legatura emorroidaria, una tecnica ormai obsoleta, abbastanza dolorosa, in cui il gavocciolo emorroidario viene legato da un elastico alla base.
    Tale elastico provoca una strozzatura della circolazione arteriosa, con conseguente necrosi del plesso e distaccamento dello stesso;
  • Tecnica HeLP, dove le emorroidi rimangono intatte, ma vengono cauterizzate, a mezzo laser, le arteriole che irrorano i plessi.
    La tecnica, sulla quale molte speranze erano state poste alla sua uscita sul mercato, non ha dato i risultati sperati, e l’alto numero di recidive ne sconsiglia l’utilizzo su stadi emorroidari che vadano oltre il II grado;
  • Crioterapia, in cui le emorroidi vengono congelate per mezzo dell’azoto.
    Una tecnica abbastanza dolorosa, anche in questo caso dall’alto numero di recidive, che è stata essenzialmente abbandonata negli ultimi periodi

I trattamenti radicali sono invece tutti i trattamenti che prevedono la distruzione o la rimozione dei plessi emorroidari.

Questi trattamenti sono gli unici percorribili per chi soffre di emorroidi di grado elevato, oppure per chi, seppur con emorroidi di grado basso, non ha riportato benefici dalla cura farmacologica.

I trattamenti radicali per le emorroidi sono:

  • L’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan, ovverosia la rimozione chirurgica dei plessi emorroidari secondo il protocollo inventato, oltre un secolo fa, dai Medici inglesi Milligan e Morgan.
    Le emorroidi vengono legate alla base del gavocciolo e l’arteria che le irrora cauterizzata, dopodiché i plessi vengono asportati chirurgicamente, compresa la mucosa a loro adiacente.
    Le ferite non vengono suturate, ma lasciate libere di guarire per seconda intenzione.
    La guarigione avviene in circa tre mesi, e il decorso post-operatorio può essere poco agevole per il paziente, in quanto le lesioni aperte vengono, giocoforza, a contatto con i batteri delle feci adorni evacuazione.
    Sino all’avvento della nuova scleroterapia con scleromousse, questo tipo di intervento era l’unico possibile per trattare i casi gravi di prolasso emorroidario;
  • La scleroterapia con scleromousse stabilizzata ad aria sterile, in cui le emorroidi sono distrutte (sclerotizzate, in ambito medico) da una mousse contenete aria sterile e polidocanolo, un farmaco a base alcolica.
    Questa mousse, prodotta sul momento dal Medico per mezzo di speciali pompe che sterilizzano l’aria, si aggrappa alle pareti interne delle emorroidi e ne causa un’infiammazione chimica che distrugge i tessuti interni, e provoca una retrazione dei plessi.
    Assieme alle emorroidi, anche la mucosa sopra di loro recede, quindi si ha un doppio vantaggio operativo.
    Sono necessarie solitamente tre iniezioni di mousse per completare il trattamento, ma il numero varia da paziente a paziente.
    Questo trattamento non è doloroso, è rapido e ha percentuali di riuscita equiparabili a quelle dell’emorroidectomia (oltre il 95%), permettendo dunque un drastico abbattimento dei costi e un post-intervento enormemente più agevole per il paziente

La scelta di un trattamento rispetto ad un altro è decisa dal Medico Proctologo, dopo aver valutato la condizione del paziente durante la visita specialistica proctologica.

Si può guarire definitivamente dalle emorroidi?

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La guarigione dalle emorroidi comincia con la visita proctologica

Sì, la guarigione dal prolasso emorroidario non solo è possibile, ma è sempre consigliata al paziente.

Le emorroidi prolassate sono una condizione patologica ed innaturale: sebbene il loro sanguinamento alla defecazione sia comunque modesto, e che (a parte rarissimi casi) non metta in pericolo la vita, sono comunque possibili ricorrenti infezioni ed infiammazioni della zona anale, che danno origine a frequenti proctiti ed aniti.

Ancora, le emorroidi conteste possono facilmente trombizzarsi, dando origine ad una crisi emorroidaria estremamente dolorosa e molto lunga da curare.

Alla lunga, più il prolasso aumenta e più aumentano i disagi e la sofferenza per il paziente: i sanguinamenti diventano sempre più frequenti e copiosi, il prurito anale diviene cronico (frutto della proctite causata dagli attacchi batterici e l’iper-produzione di muco), gli episodi di crisi emorroidaria maggiormente probabili e sempre più dolorosi.

Ecco perché sarebbe consigliato non tergiversare troppo sul problema, e non rimandare l’obbligatoria visita proctologica eseguita da un Medico Proctologo esperto e preparato.

Molto spesso, molti pazienti, per ingiustificate paure o vergogne, rimandano all’estremo la visita dal Medico, ricorrendo ad esso solo quando la situazione è ormai insostenibile.

Ciò è sempre da evitare, poiché grandi prolassi, oltre alle grandi sofferenze che si portano dietro, per forza di cose necessitano poi di terapie più energiche e, giocoforza, più costose e lunghe.

Ci può essere un qualche vantaggio nell’usare le pomate lenitive per le emorroidi?

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Le emorroidi e il loro prolasso sono un problema meccanico e vascolare.

Il prolasso inizia per lo sfiancamento delle strutture di supporto dei plessi (cioè i tessuti ricchi di collagene che tengono le emorroidi attaccate alla parete anale), e peggiora con l’aumento dell’affluenza di sangue, e il collegato rigonfiamento dei cuscinetti emorroidari, che tende sempre a peggiorare nel tempo.

Finché le emorroidi sono irrorate dal sangue arterioso e le strutture che le contengono sono incontinenti - non dissimilmente dalle varici delle gambe - il problema non potrà mai risolversi.

Creme, pomate ed unguenti per le emorroidi sono progettati e venduti a scopo lenitivo e sintomatico: non hanno nessun tipo di potere curativo sull’origine del prolasso, ma al massimo donano un sollievo momentaneo dai sintomi.

Alcune pomate, di ottima qualità e con principi attivi naturali, sono utili poiché, lenendo la mucosa infiammata, permettono la decongestione dei plessi, e questo può portare, se unito alla giusta dieta e alla somministrazione di specifici farmaci, ad una remissione di piccoli stadi emorroidari, specie nei soggetti giovani.

Per gli stadi emorroidari avanzati, oppure per emorroidi non conteste ma ormai di grande volume, le pomate lenitive sono ben poco utili.

Alcune pomate, specie quelle vendute con ingenti budget pubblicitari e con campagne promozionali martellanti, danno illusorio e momentaneo beneficio poiché, al loro interno, hanno una piccola percentuale di lidocaina, un anestetico locale che lenisce temporaneamente il dolore ed il fastidio dei plessi congestionati ed infiammati.

Tuttavia, il benessere è breve, e finito l’effetto dell’anestetico, la situazione torna come prima.

Ecco perché, in caso di inizio del prolasso emorroidario, non si dovrebbe mai cercare cure auto-prescritte, spesso a base di ingenti quantità di creme da banco, ma invece rivolgersi subito ad un Medico Proctologo ed effettuare l’idonea visita proctologica.

Ma il sanguinamento dopo la defecazione può essere sintomo anche di altre patologie?

Il sanguinamento durante l’evacuazione è un campanello d’allarme, che sta a significare che, da qualche parte dell’intestino, vi è una lesione.

Le emorroidi patologiche non sono la sola causa del sanguinamento, sebbene siano decisamente la causa più comune dello stesso.

Vi sono altre condizioni patologiche, alcune non benigne, che possono portare all’ematochezia, e quindi il paziente non deve mai sottovalutare o minimizzare questo sintomo.

Tra le possibili cause del sanguinamento anale, possiamo brevemente ricordare:

A quale Medico bisognerebbe rivolgersi in caso di perdita di sangue dall’ano?

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Lo specialista sanitario esperto nelle emorroidi patologiche e, in generale, di tutti i problemi colonproctologici è il Chirurgo Proctologo.

Solitamente, datosi che il prolasso emorroidario è un problema squisitamente vascolare, il Chirurgo Proctologo è un Medico specialista in Chirurgia Vascolare, ma può essere anche uno specialista proveniente dalla Geastroenterologia o dalla Chirurgia Generale.

Come del resto accade spesso in Medicina, più che la specializzazione del Medico conta la sua esperienza sul campo, e la sua capacità di risolvere con efficacia il problema del paziente.

Sanguini quando vai di corpo? Non allarmarti, ma contatta la Dott.ssa Luisella Troyer

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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Proctologo di Milano, specialista in Chirurgia Vascolare.

La Dottoressa è esperta nella diagnosi e nella cura delle emorroidi patologiche, anche con tecniche avanzate come il trattamento sclerotizzante con scleromousse stabilizzata ad aria sterile.

Nel suo studio di Milano, in Via della Moscova, la Dottoressa può diagnosticare il tuo prolasso emorroidario in maniera totalmente indolore, grazie all’uso del videoproctoscopio elettronico.

Potrai dunque non solo avere la giusta diagnosi per il tuo sanguinamento anale, ma anche iniziare a curarlo, smettendo di avere bruciori e fastidi ad ogni evacuazione.

il tuo proctologo d'eccellenza in centro a milano

la Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Vascolare, perfezionata in Proctologia e Colonproctologia, che riceve a Milano, presso lo studio Salus Mea in Via della Moscova, 60.

nello studio, modernamente attrezzato, la Dottoressa eroga visite mediche specialistiche di Chirurgia Vascolare e Colonproctologia, per diagnosticare e risolvere problemi proctologici come:

nello studio, la Dottoressa effettua anche trattamenti mini-invasivi, come la cura delle emorroidi prolassate con l'innovativa scleromousse stabilizzata ad aria sterilizzata.

Per le sue diagnosi e le visite proctologiche, la Dott.ssa Luisella Troyer utilizza l'eccellenza della tecnologia diagnostica, come il moderno videoproctoscopio in alta definzione, per la Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

lo studio Salus Mea dove visita la Dott.sa Luisella Troyer è nel cuore di Milano, ed è facilmente raggiungibile con la Linea Metropolitana MM2 (Linea Verde) fermata Moscova.

se vuoi raggiungere lo studio in autovettura, ricorda che lo studio è nella Zona a Traffico Limitato di Milano (Area C), quindi ti servirà il pass (clicca qui per tutte le informazioni e per acquistarlo).

se vieni da fuori Milano in treno, puoi scendere alla stazione Milano Centrale o Porta Garibaldi, prendere la linea MM2 (Linea Verde), e scendere alla fermata Moscova.

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La Proctologia d'eccellenza a Milano.
Senza dolore, per farti stare bene.

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Nessun articolo è stato scritto, anche parzialmente, da un'intelligenza artificiale generativa.

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Quindi ricorda che...
  • le emorroidi sono dei naturali plessi artero-venosi presenti nel nostro canale anale;
  • il compito delle emorroidi è quello di vascolarizzare adeguatamente il canale anale e, in misura minoritaria, aiutare gli sfinteri nella continenza fecale;
  • le emorroidi diventano un problema solo quando s'infiammano ed estrudono dalla loro sede originaria, dando origine alla patologia emorroidaria;
  • vi sono differenti gradi di emorroidi, a seconda del loro prolasso e del loro volume;
  • i fattori scatenanti delle emorroidi patologiche sono la stipsi cronica, la diarrea cronica, il fumo, la gravidanza e il parto, il sovrappeso o l'obesità, alcuni lavori usuranti o alcuni sport che aumentano la pressione intraddominale;
  • spesso, per vergogna o paura, il paziente ritarda la visita proctologica e le cure, ricorrendo la medico solo quando la situazione del prolasso è molto grave;
  • il sanguinamento durante l'evacuazione è un sintomo tipico della patologia emorroidaria;
  • il sanguinamento anale dovuto alle emorroidi è solitamente di colore rosso vivo, più o meno intenso;
  • il sanguinamento anale è chiamato, in ambito medico, ematochezia, e deve far sempre sospettare di una lesione intestinale o al canale anorettale;
  • la diagnosi delle emorroidi patologiche richiede la visita specialistica proctologica, con la necessaria videoproctoscopia endoscopica elettronica;
  • l'emorroidectomia milligan-morgan sta venendo spesso rimpiazzata dalla nuova scleroterapia con scleromousse stabilizzata ad aria sterilizzata;
  • se ben curate le emorroidi non solo recedono, ma vengono definitivamente eliminate

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.

La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Vascolare Proctologo a Milano Dott.ssa Luisella Troyer

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:

domenica 11 febbraio, 2024

La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.

Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.

Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.

È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.

In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

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