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Luisella Troyer - MioDottore.it
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Sei un amante del sesso anale, e lo pratichi periodicamente e con regolarità?

Sin dagli albori dell’evoluzione dell’Homo Sapiens, i rapporti anali sono sempre esistiti e, sebbene a volte stigmatizzati dalle società del periodo, sono comunque comuni a qualsiasi contesto storico.

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Questo articolo, scritto dalla Dott.ssa Luisella Troyer, non vuole essere giudicante sulle tue preferenze sessuali, e neppure nozionistico: vuole solo aiutarti a capire gli eventuali rischi fisiologici della pratica del sesso anale, affinché tu possa scegliere in libertà e con la giusta informativa sanitaria.

Per il tuo benessere, avendo piena coscienza del tuo corpo.

Buona lettura!

Che cos’è il canale ano-rettale?

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Il retto è l’ultima parte del sistema digestivo, ovverosia del lungo tubo che, partendo dalla bocca, arriva sino all’orifizio anale, permettendo agli esseri umani (e ai mammiferi in generale) di assumere i nutrienti essenziali al loro sostentamento.

Difatti, al contrario ad esempio dei vegetali, noi mammiferi siamo degli organismi eterotrofi, cioè incapaci di sintetizzare tutti gli elementi chimici imperativi per il nostro metabolismo, ma dobbiamo obbligatoriamente assumerne esternamente, con il cibo, che altro non è che energia già trasformata da altri esseri viventi.

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Il sistema gastrodigerente è proprio quell’apparato, formato da diversi organi, che scompone chimicamente il nutrimento e lo assimila, permettendo al nostro organismo di sopravvivere.

Sono tanti gli organi coinvolti nel sistema digerente, e l’intestino crasso, chiamato più comunemente colon, è l’ultimo di essi.

La funzione principale del colon è quella di riassorbire i liquidi e gli elettroliti del cibo ormai privato dei composti nutritivi dall’intestino tenue, ed espellere gli scarti sotto forma di feci.

Per far ciò, il colon è completamente avvolto da sottilissimi vasi linfatici che, durante il transito del chilo (il cibo povero di nutrienti), assorbono acqua ed elettroliti e lo trasformano lentamente nell’alvo, cioè le feci.

Il colon è composto da cinque parti: il colon ascendente, che inizia alla valvola ileo-cecale, il colon traverso, che percorre orizzontalmente tutto l’addome, il colon discendente, il sigma (con la tipica forma a sigma, per l’appunto) e il retto, chiamato così perché diritto.

Il canale rettale ha una lunghezza media di circa 13 cm (ma varia da persona a persona), e sfocia, negli ultimi 2-3 cm circa, nel canale anale, cioè la sua ultimissima parte che si apre poi nell’orifizio anale.

La giunzione tra canale rettale e canale anale viene chiamata linea pettinata o linea dentata, poiché la mucosa che la compone ha la classica plissettatura verticale, simile appunto ad un pettine.

La giunzione ano-rettale della linea pettinata è abbastanza importante a livello anatomico, poiché determina il punto di sensibilità del corpo umano.

Difatti, oltre la linea pettinata e in direzione del canale rettale, sono presenti pochi o nulli ricettori del dolore, e dunque siamo insensibili a qualsiasi stimolo.

Dalla linea pettinata verso l’orifizio anale, invece, la zona è riccamente innervata, ed è dunque iper-sensibile a qualsiasi sollecitazione.

Proprio questa iper-sensibilità del canale anale è una delle cause per cui, da millenni, esso viene usato anche a livello sessuale, nella pratica del sesso anale.

Cosa s’intende per sesso anale?

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il sesso anale può essere praticato anche da una coppia eterosessuale, non necessariamente omosessuale

Per sesso anale s’intende una qualsiasi pratica sessuale che coinvolge, in ogni misura, l’orifizio anale e/o il canale ano-rettale.

Per la già citata presenza massiccia di terminazioni nervose e per la sua vicinanza ad altri organi (sia la vagina nelle donne che, nell’uomo, la prostata), l’orifizio anale e il canale anale sono considerati zone erogene, e per questo usate, sin dall’antichità, per le più disparate pratiche sessuali.

Solitamente, l’orifizio anale e l’ano possono essere utilizzati per le pratiche di sesso orale oppure utilizzati per la penetrazione, sia con il pene che con stimolazione manuale oppure con l’ausilio di peni artificiali (i cosiddetti dildo).

Al contrario di quello che comunemente si pensa, il sesso anale non è una prerogativa delle persone omosessuali, anzi: una considerevole quantità di persone eterosessuali pratica regolarmente tale atto sessuale, siano esse di sesso maschile che femminile.

Consigli proctologici

È pratica comune, tra gli amanti del sesso anale, provvedere a clisteri evacuativi prima del rapporto, cosicché da far trovare al partner un 'ambiente pulito' prima dell'atto sessuale.

In realtà, tale pratica è assolutamente deleteria, poiché va a rimuovere il naturale strato protettivo del muco, unica vera difesa della mucosa anale, peggiorando così il rischio di infiammazioni ed infezioni durante il rapporto.

I cliesteri prima del sesso anale andrebbero dunque evitati, ricordando che è un fatto naturale che nel canale anorettale siano presenti piccole quantità di feci e di muco.

Che rischi vi sono nel praticare il sesso anale?

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il sanguinamento anale può essere causato da una sessione di sesso anale

Il canale anorettale è composto, internamente, da un tessuto chiamato mucosa, che è in pratica lo stesso di quello del restante intestino.

La mucosa anorettale, non dissimilmente a quella orale, è un tessuto simile alla cute, ma che si differenza da essa per un’importante mancanza: lo strato superficiale epiteliale.

A differenza della pelle esterna del corpo, dotata di tre strati (epidermide, derma e ipoderma), ma mucosa manca totalmente di quello superficiale, chiamato epitelio e facente parte dell’epidermide.

L’epitelio, chiamato anche strato corneo, è un duro strato non vascolarizzato formato da diversi sub-strati di scaglie di cheratina: una proteina elastica e molto duttile, prodotta dai cheratinociti e che compone anche i nostri capelli e le nostre unghie.

Lo strano corneo protegge il delicato derma dagli attacchi esterni, sia da quelli chimici che microbici e formando, assieme a quello che viene chiamato mantello acido, un vero e proprio strato protettivo pressoché impenetrabile a virus e batteri.

La mucosa anale, mancando di epitelio, non ha questa protezione naturale, e risulta dunque molto più delicata della cute esterna.

Questa sua delicatezza viene in parte compensata con la produzione di muco, direttamente dalle ghiandole mucipare, presenti in grandi quantità nel canale anorettale.

La produzione di muco, però, non è comparabile alla naturale protezione della pelle dotata di epitelio, e quindi è facile che il canale anorettale sia delicato e piuttosto soggetto ad infiammazioni, arrossamenti e, a volte, infezioni.

Precisato questo, è implicito intuire che qualsiasi pratica che possa lesionare o comunque traumatizzare la mucosa anorettale comporta un intrinseco rischio, mai del tutto evitabile.

Il sesso anale è quindi un rischio in sé, a prescindere da come lo si pratichi e tutte le attenzioni che possono essere messe in atto per evitare lesioni o infezioni, come detto mai pienamente prevedibili o evitabili.

Le lesioni e le micro-lesioni del canale anorettale durante la penetrazione anale: quali rischi comportano?

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mucosa anale lesionata ed infiammata

La penetrazione anale è quell’atto sessuale dove un partner, uomo o donna, penetra l’altro partner analmente, con il pene o un suo surrogato (un dildo strap-on).

Si tratta di un atto innaturale per la mucosa anorettale, che esercita una grande pressione su tutto il canale anale e rettale e che non è stato progettato per questo scopo.

La penetrazione anale è differente da quella vaginale: la vagina è una parte anatomica specificatamente progettata per la riproduzione sessuata, e dunque le pareti della sua mucosa sono eccezionalmente elastiche, nonché ben lubrificate dal liquido vaginale.

Il micro-ambiente della vagina è inoltre leggermente acidificato, in modo da uccidere la maggior parte dei batteri e dei virus che tentano di penetrare la mucosa vaginale.

Il liquido vaginale altresì lubrifica sia l'organo maschile che la vagina stessa, evitando dunque gli sfregamenti che possono portare a lacerazioni ed infiammazioni, sia per la donna che per l'uomo.

Tutte queste condizioni, indispensabili per un rapporto sicuro, sono invece assenti nel sesso anale.

La mucosa anale non è protetta o lubrificata dal liquido vaginale, ma solo da un sottile strato di muco che risulta totalmente insufficiente per garantire l’adeguata lubrificazione durante il rapporto penetrativo.

Lo stress meccanico che la mucosa anorettale può sopportare è infinitamente inferiore a quello per cui è stata progettata la mucosa vaginale, e dunque vi è un alto rischio di lacerazioni durante il rapporto.

Queste lacerazioni possono essere microscopiche oppure più grandi, e possono portare a sanguinamenti, infiammazioni o addirittura a facilitare le infezioni batteriche e virali.

Già, perché una mucosa lesionata, anche se con micro-lacerazioni, è una porta d’ingresso privilegiata per i microorganismi patogeni che possono essere scambiati col partner durante il rapporto sessuale.

Basti pensare a due microbi abbastanza infettivi, che rientrano nella vasta categoria delle MST (malattie sessualmente trasmissibili): la sifilide, e l’HIV.

Oltre alle infezioni, le micro-lacerazioni infiammano la mucosa anale, la rendono ipertrofica e congesta, con condizioni che spesso sfociano in dolorose proctiti (infiammazioni del canale anorettale).

Lacerazioni e ferite più grandi ed estese, sempre possibili durante un rapporto anale, specie se violento e non ben lubrificato, possono causare una sofferenza dello sfintere interno dell’ano, che a sua volta può dare origine ad imprevedibili spasmi, peggiorando la vascolarizzazione della zona anale e tramutando la ferita in una dolorosa e cronica ragade anale.

Il rischio di micro e macro lesioni anali durante il rapporto sessuale penetrativo sono sempre presenti e, sebbene una giusta e continua lubrificazione possa ridurne i rischi, non sono mai del tutto evitabili al 100%.

Oltre alla lubrificazione, contribuisce ad aumentare il rischio delle ferite al canale anale la dimensione del membro o comunque del dildo utilizzato per il rapporto, la durata dello stesso e, ovviamente, la forza con il quale è esercitato l’atto.

Le malattie sessualmente trasmissibili col sesso anale

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il virus dell'hiv è una delle patologie veneree più facilmente trasmissibili col sesso anale

Oltre alle lesioni della mucosa anorettale, c’è un altro pericolo durante il sesso anale: le infezioni causate da batteri, parassiti e virus.

Le infezioni trasmesse tramite un rapporto sessuale sono chiamate, in ambito medico, malattie sessualmente trasmissibili (MST), oppure malattie veneree.

Sono note all’uomo da millenni, e da millenni appestano ogni tipo di società o etnia, facendo forza sulla naturale propensione alla poligamia sessuale dell’Homo Sapiens.

I microbi che causano le MST sono tutti microrganismi che propagano l’infezione tramite il contatto diretto tra i due partner, cosa che normalmente avviene, giocoforza, durante i rapporti sessuali.

Alcuni agenti patogeni, come ad esempio il virus dell’HIV, si trasmettono non direttamente attraverso il contatto pelle-pelle o pelle-mucosa, ma attraverso la contaminazione dei fluidi spermatici e vaginali.

Altri ancora, sono dei parassiti microscopici che predano le risorse dell’ospite, come ad esempio gli acari della scabbia o i pidocchi del pube, noti come piattole.

  • Tra le tante MST col sesso anale, vale la pena ricordare le più note ed importanti:
  • La gonorrea, causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae;
  • L’AIDS, causata dal virus HIV (Human Immunodeficiency Virus);
  • La sifilide, causata dal batterio Treponema pallidum;
  • I condilomi ano-genitali e (seppur in rari casi) il cancro anale, causato dal virus HPV (Human Papilloma Virus);
  • L’epatite virale B e C, causata dai virus HBV e HCV;
  • La candidosi anale, causata dal fungo Candida Albicans;
  • La scabbia, causata dall’acaro Sarcoptes Scabiei;
  • La pediculosi del pube, causata dall’infestazione dei pidocchi del pube Pthirus pubis noti come piattole

Questa è solo una breve lista di tutte le malattie MST: ve ne sono molte altre (30, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità), e potenzialmente ogni agente patogeno che si trasmette tramite contatto diretto tra due persone è un candidato ad entrare nella lunga lista.

Vale la pena ricordare che, a causa della propensione all’iper-assorbimento della mucosa anorettale, alla mancanza dello strato corneo o di in liquido vaginale antisettico, nonché alla molto comune presenza di micro-lacerazioni durante l’atto penetrativo, molte delle infezioni MST sono molto più probabili nel sesso anale rispetto a quello tradizionale.

Anche il sesso anale praticato oralmente è pericoloso

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L'anolingus è una pratica sessuale estremamente pericolosa, poiché praticata senza protezioni

L’anulingus, conosciuto anche col termine inglese di rimming, è la pratica sessuale in cui una partner stimola l’ano dell’altro partner attraverso la lingua.

In pratica, è la versione anale del connilingus, e come tale è una forma di sesso orale che, di rimando, rientra nel raggio dei rischi di contagio delle MST.

Anzi, se nel sesso anale penetrativo i rischi di infezioni possono essere non azzerati ma perlomeno ridotti dall’uso corretto del profilattico, nel rimming ciò è impossibile, e il contatto diretto tra lingua ed ano è sempre ‘nudo’, senza nessuna protezione.

Tutte le principali malattie batteriche, parassitarie e virali già citate poco sopra, tra cui l’infezione da HPV, la sifilide e l’epatite, sono facilmente trasmissibili con il rimming.

Una non trascurabile quantità di condilomi alla bocca o alla gola sono causate proprio dai rapporti orali effettuati senza protezioni, tra cui ovviamente la pratica del rimming.

Il fist fucking e il danneggiamento del canale anorettale e degli sfinteri

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In gergo contemporaneo, per fist fucking oppure fisting s’intende la stimolazione sessuale della vagina o del canale anorettale con un’interna mano.

È una pratica sessuale definita estrema, dai connotati noti moderni ma che si presume possa essere stata praticata anche in passato dalle civiltà più antiche (anche se non se ne hanno nozioni certe).

A livello medico, è una pratica sempre sconsigliata e ritenuta pericolosa, da qualsiasi punto di vista e con qualsiasi ‘precauzione’ presa: il canale anorettale non è fisicamente progettato per tali abnormi dilatazioni, al contrario della vagina.

Praticare continuativamente il fisting sfibra ed indebolisce tutte le strutture di supporto del pavimento pelvico, compresi i muscoli sfinteri che regolano l’apertura o la chiusura dell’orifizio anale.

Oltre a seri rischi di lesioni gravi, che richiedono solitamente immediato intervento chirurgico, nel fisting la continua sollecitazione iper-pressoria del canale rettale può portare a sfinimento cronico ed irreversibile dei muscoli sfinteri, con conseguente incontinenza fecale.

A ciò, si aggiungono i problemi quasi certi di prolasso emorroidario e della mucosa, con condizioni, alla lunga, di fuoriuscita quasi totale del retto dall’orifizio anale (prolasso del retto).

Sono situazioni ben poco piacevoli, che richiedono sempre grandi interventi plastici di ricostruzione (non sempre pienamente efficaci), in grado di contribuire in maniera drammatica alla qualità di vita del paziente.

Ecco perché tale pratica estrema dovrebbe sempre essere evitata a prescindere.

Consigli proctologici

Un sanguinamento anale dopo un rapporto di sesso anale deve far sempre sospettare ad una lesione del canale anorettale, sviluppatasi proprio durante il rapporto.

In quel caso, il ricorso al Medico Proctologo per l'obbligatoria visita specialistica proctologica è sempre obbligatorio.

Il pegging e la penetrazione eseguita dalla donna

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In ambito sessuale, si definisce pegging la pratica della penetrazione anale eseguita dalla donna sull’uomo oppure, alternativamente, dalla donna su un’altra donna.

È una pratica, da quel che se ne sa, abbastanza recente, diffusa inizialmente tramite una grande campagna di vero e proprio marketing da parte di un noto produttore di sex toys che, negli anni ’90 del 1900, decise di espandere il suo business al di fuori delle coppie omosessuali.

Il pegging viene praticato con un dildo definito dildo strap-on, cioè indossabile dalla donna con una cintura.

Ne esistono di svariati tipi e di altrettante svariate forme e dimensioni, anche con interno cavo, per essere indossati da uomini.

Sebbene il dildo non abbia, ovviamente, terminazioni nervose del piacere, la partner attiva può avere comunque una sensazione psicologica appagante nella penetrazione del suo partner.

Rispetto al sesso anale effettuato con un membro maschile, decisamente più morbido di un qualsiasi dildo, il pegging può essere molto più pericoloso, specie se viene praticato con strap-on di esagerata dimensione e/o in condizioni di non idonea lubrificazione.

Dal punto di vista medico, qualsiasi attività penetrativa anale con qualsiasi tipo di oggetto, anche specificatamente progettato come può essere un dildo strap-on, è sconsigliata a prescindere.

Il sesso anale è intrinsecamente pericoloso, e di ciò devi prenderne atto

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La pratica sessuale utilizzando l’ano e il canale anorettale è comune agli esseri umani da millenni, e spesso ha solo una limitata connessione con gli orientamenti sessuali.

Esistono coppie e persone eterosessuali che, comunque, utilizzano l’ano (sia di lei che di lui) per provare piacere e praticare rapporti sessuali, senza necessariamente sfociare nell’omosessualità.

Chiarito questo, dal punto di vista medico va anche ben sottolineato come il sesso anale sia una pratica sessuale intrinsecamente pericolosa.

La conformazione anatomica umana del canale anorettale non è stata progettata, al contrario degli organi di riproduzione femminili, per l’attività sessuale penetrativa, specie se eseguita con troppa forza, con membri o sex toys troppo grandi e senza l’adeguata lubrificazione.

Ma anche con tutte le precauzioni possibili, inclusa una costante ed idonea lubrificazione, i rischi di traumi e lesioni sono sempre dietro l'angolo, quindi non può mai esserci, nel sesso anale, una condizione di totale sicurezza.

Dal punto di vista delle malattie sessualmente trasmissibili, anche con l’uso adeguato del preservativo e delle più rigorose condizioni precauzionali, non è possibile garantire sempre l’assenza di contagio di una qualsiasi patologia delle MST.

Alcuni virus e batteri, anche usando preservativi spessi e resistenti, possono comunque contagiare il partner, e l’uso del profilattico non preserva, tanto per citarne una, dal contagio degli acari della scabbia o dei pidocchi del pube (le piattole).

Laddove poi si decidesse di praticare il rimming, tale condizione di protezione del preservativo verrebbe del tutto a mancare, aprendo la strada al contatto diretto più pericoloso, quello di mucosa con mucosa.

Nei soggetti omosessuali, lo sfiancamento continuo degli sfinteri e la stimolazione pressoria prolungata del canale anorettale comporta, statisticamente, una grande percentuale di casi di incontinenza fecale oppure di prolasso emorroidario.

Questo non è un giudizio critico sulla pratica sessuale anale e non vuole essere un argomento di polemica: è un rapporto medico, in scienza e coscienza, sui rischi intrinsechi del sesso anale, affinché chi lo voglia praticare sia informato correttamente su tutti i rischi che, dal punto di vista medico, possono palesarsi.

Ci sono dei modi per ridurre i rischi di lacerazioni ed infezioni durante il sesso anale?

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Solo parzialmente.

Come detto più volta nel corso di quest’articolo, il sesso anale ha rischi intrinsechi, che non possono essere mai evitati del tutto.

Comunque sia, è possibile almeno tentare di ridurre al minimo le complicazioni con le seguenti buone norme comportamentali e sanitarie:

  • Evitare rapporti troppo lunghi durante la penetrazione anale;
  • Non effettuare clisteri definiti 'pulenti' prima del rapporto, poiché essi asportano anche il naturale strato protettivo di muco del canale anorettale, peggiorando il rischio di ferite, infiammazioni ed infezioni;
  • Evitare rapporti con membri troppo grandi, oppure con dildo strap-on di dimensione esagerata;
  • Utilizzare un preservativo di buon spessore, ben lubrificato;
  • Evitare, ove possibile, la promiscuità sessuale;
  • Evitare la pratica del rimming;
  • Evitare di applicare troppa forza durante la penetrazione anale;
  • Lubrificare costantemente il membro o il dildo durante il rapporto penetrativo;
  • Fermarsi immediatamente se il partner avverte qualsiasi tipo di dolore o fastidio;
  • Fermarsi immediatamente se sul membro o il dildo si notano tracce di sangue;
  • Informare correttamente e coscienziosamente il proprio partner sullo stato di salute e sulle frequentazioni sessuali;
  • Lasciare riposare per un periodo di tempo congruo gli sfinteri e la mucosa anorettale tra un rapporto ed un altro;
  • Pulirsi bene dopo ogni rapporto, con un detergente delicato e senza profumi;
  • In caso di arrossamento o bruciore della zona anale dopo il rapporto, lenire con amido di riso ed una crema lenitiva (ottime quelle alla calendula e al propoli);
  • Se si sperimenta sanguinamento o se il dolore ed il bruciore non passano spontaneamente dopo qualche giorno, eseguire una visita specialistica proctologica

Va ricordato che il moderato fastidio e il prurito post rapporto-anale possono essere fisiologici, e naturale risposta della mucosa e della cute perianale alla sollecitazione meccanica che l’ha lesionata e infiammata.

Nei casi non gravi, tali sintomi recedono dopo qualche giorno, ma ove ciò non dovesse avvenire, è sempre imperativo rivolgersi ad un Medico Proctologo, per una visita proctologica specialistica.

Hai dolore, sanguinamento e bruciore all’ano dopo il sesso anale?
La Dottoressa può aiutarti

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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Proctologo di Milano, perfezionata da anni nelle condizioni patologiche del retto e dell’ano.

Nel suo studio di Via della Moscova, la Dottoressa può aiutarti a capire se il tuo canale anorettale ha avuto delle lesioni importanti dopo un rapporto anale, che ti sta dando sintomi che non passano da soli come sanguinamento, dolore e prurito.

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Ricorda che la Dottoressa è prima di tutto un Medico, che ha giurato di proteggere la vita: questo vuol dire che nel suo studio non sarai mai giudicato per le tue preferenze sessuali o per le tue inclinazioni, ma sarai semplicemente aiutato e curato.

Non devi dunque avere paura, vergogna o infondati timori sociali di fronte alla Dottoressa: ella è qui per aiutarti a stare bene, a prescindere dalle tue preferenze personali.

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la Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Vascolare, perfezionata in Proctologia e Colonproctologia, che riceve a Milano, presso lo studio Salus Mea in Via della Moscova, 60.

nello studio, modernamente attrezzato, la Dottoressa eroga visite mediche specialistiche di Chirurgia Vascolare e Colonproctologia, per diagnosticare e risolvere problemi proctologici come:

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Quindi ricorda che...
  • il sesso anale è il rapporto sessuale praticato utilizzando l'ano del partner;
  • la storia umana ha evidenziato ampia documentazione sulla pratica del sesso anale, diffusa pressoché in ognui cultura e civilità;
  • il sesso anale non è prerogativa delle relazioni omosessuali, ma anche di quelle eterosessuali;
  • anche se effettuato con tutte le protezioni del caso, il sesso anale rimane una pratica sessuale intrinsecamente rischiosa;
  • durante un rapporto penetrativo anale, la mucosa anorettale può infiammarsi, lesionarsi o anche infettarsi di batteri, virus e parassiti;
  • per alcune infezioni batteriche e virali, il sesso anale è la via privilegiata;
  • la mucosa anorettale non è dotata di tessuto epiteliale, e quindi è molto più debole e delicata della cute esterna del corpo;
  • il canale anorettale è costellato da una fitta rete di vasi linfatici, che rendono la mucosa anale molto assorbente, anche per virus e batteri;
  • l'uso del preservativo durante il rapporto anale può aiutare a diminuire il rischio infezioni, ma non lo puà eliminare del tutto;
  • i rapporti anali dovrebbero essere sempre ben lubrificati, non eccessivamente lunghi e non violenti

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.

La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Vascolare Proctologo a Milano Dott.ssa Luisella Troyer

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:

domenica 11 febbraio, 2024

La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.

Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.

Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.

È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.

In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

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