Il tuo ano rimane sempre ‘sporco’ dopo aver defecato?
Noti sempre delle piccole perdite giallastre, come di muco misto a feci, che sporcano il tuo intimo e ti causano spesso prurito, bruciore, sensazione di fastidio?
Ti sembra che, anche se effettui una scrupolosa pulizia della zona anale ogni giorno, l’orifizio rimanga umido, con residui fecali che non ti sai spiegare?
C’è una condizione patologica sintomatica che ogni giorno affligge molti pazienti, e che può essere causata da a sua volta da una grande varietà di cause scatenanti.
L’ano umido è un problema invalidante, che spesso arriva a compromettere la qualità di vita del paziente e la sua attenzione durante la giornata lavorativa, ma che è sempre dipeso da un problema a monte.
Leggi questa pagina per scoprire perché l’ano, a volte, rimane sempre umido e con strani residui di feci e muco, che spesso provocano fastidiose dermatiti e prurito anale.
Che cos’è l’ano?
il canale anale è l'ultima parte dell'intestino e di tutto il sistema gastrodigerente
L’ano, o canale anale, è l’ultimissima parte del retto, a sua volta ultimo tratto del lungo intestino crasso (il colon) e, di conseguenza, sbocco finale dell’ancor più lungo tubo gastrodigerente.
Si tratta di un corto canale, circa 2-3 cm in media, che comincia dalla linea pettinata (o linea dentata), cioè la giunzione plissettata che delimita il canale rettale, e finisce con la naturale apertura verso l’esterno, chiamata orifizio anale.
L’ano è una parte importante dell’intestino poiché, assieme alla bocca, è quella a contatto con l’esterno del corpo, e dunque con la grande quantità di microorganismi (batteri, virus e parassiti) da cui si deve necessariamente difendere.
Durante la defecazione, grazie alla sua struttura plissettata e abbastanza elastica, l’ano si apre e permette il passaggio delle feci, cioè delle sostanze insolubili scartate dal corpo, composte principalmente da batteri (circa l’80%), lipidi, scarti del metabolismo e fibre non digeribili.
Quando è in posizione di riposo, l’ano è invece completamente serrato, cioè ben chiuso, grazie all’azione di due muscoli specifici, chiamati muscoli sfinteri.
Di tutto l’intestino, l’ano è l’unica parte riccamente innervata, e per questo capace di provare sensazioni di caldo, freddo e dolore.
La vascolarizzazione della zona anale è anch’essa molto ricca, ed è sostenuta da tre cuscinetti artero-venosi interni alla mucosa anale e posti vicino all’orifizio, chiamati emorroidi.
L’ano e il retto assieme, senza soluzione di continuità , formano un unico canale rettilineo chiamato canale ano-rettale, alla cui sommità è presente un’estasia (dilatazione) chiamata ampolla rettale, dove le feci si accumulano dopo il loro transito intestinale, e vengono preparate per l’espulsione.
Cosa sono gli sfinteri anali?
I muscoli sfinteri, o semplicemente sfinteri, sono due muscoli dalla forma grossomodo di ciambella, posizionati concentricamente attorno al canale ano-rettale.
Lo sfintere interno è un muscolo liscio, non governabile volontariamente, comandato dal sistema nervoso autonomo.
Lo sfintere esterno, invece, è un muscolo striato, che avvolge lo sfintere interno ed è invece controllabile a piacere, e pertanto è il deputato principale alla continenza fecale.
La sincronia dei due muscoli permette di far aprire correttamente l’ano e dunque espellere le feci durante l’evacuazione, garantendo di nuovo la chiusura alla fine della stessa.
Qualsiasi problema ai muscoli sfinteri, soprattutto allo sfintere esterno (cioè il muscolo governabile a piacere e che permette di controllare e trattenere lo stimolo) può causare problemi a catena sia alla defecazione che al canale anale stesso, dando origine a problemi di incontinenza fecale o, a volte, di ipertono sfinteriale, a sua volta foriero di dolorose patologie come la ragade anale.
Il soiling anale e l’ano umido
dermatite severa con anite dipesa da soiling anale
In Medicina, per soiling anale s’intendono piccole perdite di muco e/o residui fecali dall’ano, non direttamente controllabili e, in genere, neppure avvertite.
Queste perdite possono manifestarsi in qualsiasi momento della giornata, e non solo poco dopo l’evacuazione, creando delle condizioni anormali della pelle della zona perianale che, da naturalmente ‘asciutta’, diviene dunque umida, spesso e volentieri ‘macerata’.
dermatite peri-anale da soiling anale
Questa macerazione, se non curata per tempo, porta in breve ad episodi di dermatiti specifiche della zona perianale e anche dell’ano stesso, chiamate in gergo medico aniti.
Il soiling anale è una condizione non solo invalidante, ma da molti ritenuta imbarazzante e causa di stigmatizzazione sociale.
Proprio per questo, per la reticenza dei pazienti a parlarne anche col personale medico, i dati sulla reale diffusione delle perdite anali sono parziali e limitati, ma si presume che esse possano essere presenti nel 2% della popolazione, specialmente nei pazienti anziani oppure allettati.
Anche se non sempre coincidenti, il soling anale e l’incontinenza fecale possono essere collegati poiché, in alcune manifestazioni, la prima condizione è il campanello d’allarme della seconda.
Nella maggior parte dei casi noti, comunque, il soling anale è dipeso da problemi proctologici comuni, quali la proctite, le emorroidi patologiche oppure la ragade anale.
È importante stabilire la causa esatta del soiling anale, poiché esso è sempre un sintomo e mai una patologia a sé stante: per risolverlo, dunque, è obbligatorio risolvere alla radice la patologia che lo genera.
Le emorroidi e la loro correlazione col soiling anale
emorroidi di iv grado con soiling anale
Le emorroidi, o plessi emorroidali, sono dei morbidi cuscinetti di tessuto artero-venoso, cioè delle vere e proprie anastomosi di arterie e vene, unite direttamente tra di loro senza intermediazione dei capillari.
Vi sono tre plessi principali (laterale sinistro, anteriore destro e posteriore destro), più due secondari, tutti posizionati all’interno del canale anale.
Il compito principale delle emorroidi è quello di vascolarizzare adeguatamente il canale anale e, in misura minore, aiutare gli sfinteri nella continenza fecale.
Nella normalità , essendo bene adese (grazie alla ricca presenza di collagene) all’interno della mucosa anale, le emorroidi non sono visibili né tantomeno percepibili esternamente, e non danno dunque nessun tipo di problema.
A volte però, per via di diversi fattori scatenanti, nonché di una certa predisposizione familiare, le emorroidi possono dilatarsi ed estrudere dalla loro posizione originaria, dando origine a quello che viene chiamato prolasso emorroidario oppure patologia emorroidaria.
A volte questo vero e proprio rigonfiamento con congestione dei plessi emorroidali è di origine infiammatoria e dunque reversibile con le idonee terapie, altre volte invece vi è uno sfiancamento irreversibile dei tessuti di supporto, con un prolasso cronico e peggiorativo, che da origine alla vera e propria patologia emorroidaria comunemente nota.
Essendo molto vicine all’orifizio anale, nonché strutture delicate e facilmente propense all’infiammazione e alla congestione, le emorroidi sono un elemento di valutazione importante per qualsiasi problema proctologico, compreso il sintomo dell’ano umido.
Questo perché le emorroidi estruse e prolassate fuori dal canale anale, sia riposizionabili che ormai irriducibili, causano una naturale iper-produzione di muco di protezione da parte della mucosa (che tenta di difendere i tessuti emorroidali), nonché l’ostruzione squisitamente meccanica che i plessi generano nel canale anale non ne permette, spesso, il corretto serraggio.
Da qui il soiling anale, che a sua volta è foriero di dermatiti, aniti e proctiti.
Al contrario di molti altri mammiferi, l'ano umano è naturalmente protetto dalle natiche, che essenzialmente lo 'nascondono' dall'esterno, e dunque dal contatto diretto con un adeguato ricircolo dell'aria.
Questa naturale conformazione è dovuta all'evoluzione del genere Homo, passato ormai da centinaia di migliaia di anni ad un'andatura totalmente bipede.
La protezione delle natiche porta molti vantaggi e alcuni svantaggi, tra cui la predisposizione alle macerazioni cutanee e alle dermatiti, se l'ano non è ben serrato e pulito in condizioni di normalità .
Ecco perché dopo ogni evacuazione è imperativo procedere alla detersione della zona perianale e dell'orifizio anale, possibilmente con un detergente specifico delicato (ne esistono in commercio di ottima qualità , e sono differenti da quelli utilizzati per l'igiene intima), acqua tiepida e asciugatura delicata, con un panno in puro cotone.
La pulizia deve rigorosamente fermarsi all'orifizio anale: tentare di 'pulire in profondità ' il canale anale, infilando dita oppure addirittura clisteri pieno di detergente è dannoso e pericoloso.
L’ano beante e l’ipotono sfinteriale
In Medicina, si definisce ‘ano beante’ la condizione in cui l’orifizio anale in condizione di riposo non riesce a chiudersi completamente, ma rimane invece lievemente aperto, agevolando così piccole perdite di feci, muco e gas.
Si tratta di una condizione patologica che, spesso, precede la vera e propria incontinenza fecale, cioè l’incapacità di contenere volontariamente la defecazione.
La continenza fecale è data essenzialmente dal lavoro coordinato dei due muscoli sfinteri, cioè la coppia di muscoli a forma di ciambella che avvolgono, concentricamente, il canale anale.
Lo sfintere interno, un muscolo liscio e involontario, funziona automaticamente per mezzo del sistema nervoso autonomo: il suo rilassamento, necessario per permettere l’evacuazione, avviene in autonomia durante l’evacuazione, senza bisogno dunque di controllo volontario.
Lo sfintere esterno invece, un muscolo rosso e striato, è controllabile a piacere, ed è proprio quello che ci consente di trattenere le feci e ritardare l’evacuazione: qualsiasi danno a questo muscolo può comportare, di riflesso, un problema di incontinenza fecale.
Vi sono quattro motivi attualmente noti che possono causare la parziale chiusura dell’ano e la condizione di ano beante:
- La pressione rettale e il suo rapporto volumetrico con le viscere di contorno del canale ano-rettale (la compliance rettale e i reservoir rettale);
- Una diminuita sensibilità rettale, spesso frutto di stipsi cronica mai curata;
- Il danneggiamento o lo sfiancamento dei muscoli sfinteri, in particolare modo quello esterno
Come si può ben intuire, queste quattro cause principali sono a loro volta causate da un grande numero di fattori scatenanti e patologie proctologiche, con alcune condizioni tipiche anche del sesso di appartenenza del paziente, come ad esempio ai danneggiamenti sfinteriali provocati dalla gravidanza e dal parto, situazioni comuni a molte donne puerpere.
Non è un caso che le donne, proprio per le alte pressioni intra-addominali che la gravidanza e il parto esercitano sul loro pavimento pelvico, sono soggetti predisposti circa nove volte in più all’incontinenza fecale.
La condilomatosi anale e la sua correlazione con l’ano umido
condilomi del canale anale
In Medicina, si definisce condilomatosi l’infezione sintomatica del virus HPV (Human Papilloma Virus), anche conosciuto semplicemente come papilloma virus.
È un virus abbastanza subdolo, definito ‘opportunista’ poiché predilige invadere e replicarsi nelle cellule di un ospite già immunodepresso, che si trasmette per contatto diretto con frammenti epiteliali infetti.
Il virus HPV è estremamente comune nella popolazione umana, e l’OMS stima che almeno un 70% di tutti gli individui adulti abbiano, almeno una volta nella vita, contratto l’infezione, anche se gran parte di questi episodi comunque rimangono asintomatici.
In un soggetto sano ed in salute, con un buon sistema immunitario, l’infezione da HPV è infatti quasi sempre asintomatica: il virus com’è venuto se ne va, sconfitto dai linfociti del corpo e da tutti gli altri suoi meccanismi di difesa e protezione, senza dunque dar origine ad alcuna manifestazione sintomatica.
Questo vuol dire che molti dei soggetti infettati dal virus HPV non si accorgono minimamente dell’infezione, che pertanto non richiede alcun trattamento medico.
Tuttavia, seppur con statistica minoritaria, in determinati casi il virus HPV può replicarsi in maniera incontrollata nell’ospite, soverchiando le difese immunitarie e dando origine ad una vera e propria iper-infezione che mette in crisi il sistema di difesa dell’organismo, che si protegge con meccanismi d’emergenza.
I condilomi, cioè delle vere e proprie lesioni in rilievo, spesso carnose ed acuminate, sono uno di questi meccanismi di difesa del corpo, che tenta di confinare il virus, che a sua volta si sta replicando in maniera incontrollata, verso l’esterno dell’organismo, cioè la cute.
I condilomi, chiamati anche verruche genitali, sono la conseguenza dunque dell’infezione di alcuni ceppi di virus HPV, differenti da quelli che causano le verruche volgari, e sono considerate delle lesioni pre-tumorali, poiché (seppur raramente), la permanenza nelle cellule del virus può indurre, sul lungo periodo, una mutazione cancerosa.
I condilomi possono apparire ovunque sul corpo, ma per via della principale modalità di trasmissione del virus HPV (cioè quella sessuale), spesso appaiono sui genitali e sulla zona anale, da cui il loro nome alternativo di condilomi ano-genitali.
La zona anale è particolarmente bersagliata dalle escrescenze condilomatose, poiché la sua mucosa, decisamente sensibile e senza un vero e proprio epitelio protettivo coriaceo (come invece ha la normale cute del corpo) è indubbiamente molto più ricettiva e debolmente protetta per combattere con efficacia l’invasione virale del papilloma virus.
I condilomi anali si manifestano solitamente come delle escrescenze carnose, spesso acuminate, di colore variabile dal biancastro al brunastro, aventi la caratteristica di crescere spesso ‘a grappoli’, con un’apparente forma ‘a cresta di gallo’, peraltro nome popolare con il quale sono spesso conosciuti.
Possono presentarsi sia nel canale anale che sull’orifizio anale e nella zona peri-anale, e il loro trattamento è sempre richiesto poiché lesioni considerate a rischio degenerazione tumorale.
Solitamente, oltre alla loro estrusione, non danno altra sintomatologia di rilievo, ma a volte possono provocare irritazione, sanguinamento e infiammazione della mucosa anale e della cute perianale, che tenta di proteggersi dall’aggressione del virus producendo una grande quantità di muco.
A sua volta tutta questa produzione di muco può dare origine al fenomeno dell’ano umido, con conseguenti dermatiti ed aniti.
Il soiling anale, che è sempre un sintomo e mai una patologia a sé, è una delle cause principali delle dermatiti peri-anali e delle aniti, cioè delle infiammazioni del canale anale.
Queste infiammazioni della mucosa anale e della cute peri-anale causano spesso bruciore, prurito, arrossamento e calore della zona anale, portando situazioni di fastidio e vero e proprio disagio che, spesso, arrivano a compromettere non solo le attività quotidiana, ma anche il riposo notturno.
Purtroppo, spesso e volentieri il paziente affetto da tale sintomatologia non si reca dal Medico Proctologo, bensì ricorre a medicazioni fai-da-te, quasi sempre con creme o pomate da banco comperate in farmacia e contenenti cortisone e lidocaina, che non solo sono rimedi squisitamente palliativi, ma che spesso irritano ancora di più la mucosa anale.
Che cosa può causare l’ano sempre umido?
La fuoriuscita continua di piccole quantità di muco misto a feci, anche in presenza di un’impeccabile pulizia anale, può provocare alla lunga una macerazione della cute perianale e della mucosa anale, che può dare origine a fastidiose dermatiti localizzate, definite aniti.
La pelle perianale e la mucosa dell’orifizio anale, infiammate poiché macerate, divengono dunque tessuti congesti, arrossati, che spesso son causa di fastidio, bruciore, pizzicore e prurito anale.
Tale prurito, specie nei casi di anite in essere da molto tempo, è riportato dal paziente come insopportabile, al punto da causare anche disturbi del sonno.
La defecazione è spesso dolorosa, con intenso bruciore al passaggio delle feci e, non di rado, possono comparire anche perdite di sangue (ematochezia), sia sulle feci stesse che sulla carta igienica, che mettono autentico terrore nel paziente.
Aggredita dai batteri ed infiammata, la zona perianale danneggiata dall’anite diviene un facile bersaglio anche per l’iper-proliferazione del fungo della Candida albicans, che può peggiorare la sintomatologia aggiungendo dunque anche una vera e propria candidosi.
Esistono pomate o creme per combattere l’ano umido?
L’ano umido è sempre un sintomo che, come tutti i sintomi, ha una sua motivazione clinica a monte.
La ricerca della causa scatenante dell’ano sempre umido è parte fondamentale della sua cura, che quindi non può affidarsi arbitrariamente a prodotti da banco auto-prescritti, come creme o pomate.
Creme e pomate comunemente reperibili nelle farmacie, spesso senza prescrizione medica, anche se prodotti di qualità e che hanno solidi principi scientifici, sono quasi sempre palliativi che, al massimo, possono lenire la sintomatologia principale dell’ano umido, cioè la dermatite, il bruciore e il prurito.
Ma questi sintomi non si risolveranno mai se prima non si provvede ad una seria anamnesi e una valutazione clinica sulle reali cause dell’ano sempre umido.
Una valutazione che deve essere obbligatoriamente effettuata in fase di visita proctologica specialistica.
Una pulizia profonda del canale anale può essere utile per combattere l’ano umido?
Assolutamente no: il canale anale non va mai pulito all’interno.
La mucosa del canale anale deve sempre avere il suo naturale strato protettivo di muco, ed è normale anche che siano presenti residui fecali.
Muco, residui fecali e microbiota intestinale (presente ovviamente anche nel breve canale anale) formano una specie di ‘barriera’ naturale della nostra delicatissima mucosa anale, che con questo sistema si protegge dalle invasioni nemiche microbiche esterne.
Se si leva questa fondamentale barriera protettiva, la mucosa anale non solo diviene più delicata propensa ad infiammarsi, ma si aumenta enormemente il rischio di infezioni esterne.
La pulizia della zona anale deve essere delicata, con detergenti idonei (ottimi quelli che detergono per affinità , senza saponi) e obbligatoriamente limitata alla zona dell’orifizio anale e il contorno peri-anale.
Vanno assolutamente evitati detergenti aggressivi oppure intimi genitali (hanno composizioni di Ph differenti dalla zona anale), e va evitato di tentare di detergere in profondità il canale anale.
Anche l’asciugatura dopo la pulizia è molto importante: essa dovrebbe essere effettuata con panni di puro cotone, morbido e non colorato, tamponando delicatamente ed evitando qualsiasi sfregamento.
L’uso della carta igienica (rigorosamente di pura cellulosa e molto morbida) è permesso ma non consigliato rispetto alla pulizia con acqua tiepida e detergente delicato specifico per la zona anale, e dovrebbe comunque essere limitato a situazioni esterne e d’emergenza, fuori casa.
In ogni caso, la detersione del canale anale dovrebbe essere effettuata dopo ogni evacuazione, e massimo un paio di volte al giorno.
Oltre tale numero, si rischia di asportare il naturale film protettivo acido della cute perianale, col rischio di sviluppo di dermatiti ed aniti.
A chi bisogna rivolgersi in caso di ano umido?
L’ano umido è una condizione patologica che ricade nella competenza della Proctologia, cioè quella branca della Medicina che studia e cura tutte le problematiche dell’ultima parte dell’intestino, ovverosia il retto e l’ano.
Il Medico a cui bisogna rivolgersi è dunque il Medico Proctologo, e la visita che è necessario eseguire con lui è una visita proctologica.
Soffri di ano umido, che ti da bruciore, prurito e fastidio? La Dott.ssa Luisella Troyer può aiutarti
Se soffri di ano umido, con piccole perdite di muco e feci che ti creano spesso prurito, infiammazione e bruciore, dovresti cercare di capirne la causa scatenante.
E questo puoi farlo solo affidandoti ad un Medico Proctologo, per la necessaria visita proctologica.
A Milano, la Dott.ssa Luisella Troyer può aiutarti a scoprire l’origine dei tuoi problemi di ano umido, grazie all’avanzato esame di Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica, in grado di indagare dettagliatamente il canale ano-rettale senza però alcun tipo di dolore o di invasività .
il tuo proctologo d'eccellenza in centro a milano
la Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Vascolare, perfezionata in Proctologia e Colonproctologia, che riceve a Milano, presso lo studio Salus Mea in Via della Moscova, 60.
nello studio, modernamente attrezzato, la Dottoressa eroga visite mediche specialistiche di Chirurgia Vascolare e Colonproctologia, per diagnosticare e risolvere problemi proctologici come:
- Emorroidi patologiche;
- Un trombo emorroidario;
- Ragadi anali;
- Condilomi anali;
- Ascessi peri-anali e fistole anali;
- Stitichezza cronica;
- Sindrome del colon irritabile;
- Incontinenza fecale;
- Rettocele;
- Sindrome del perineo discendente
nello studio, la Dottoressa effettua anche trattamenti mini-invasivi, come la cura delle emorroidi prolassate con l'innovativa scleromousse stabilizzata ad aria sterilizzata.
Per le sue diagnosi e le visite proctologiche, la Dott.ssa Luisella Troyer utilizza l'eccellenza della tecnologia diagnostica, come il moderno videoproctoscopio in alta definzione, per la Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
lo studio Salus Mea dove visita la Dott.sa Luisella Troyer è nel cuore di Milano, ed è facilmente raggiungibile con la Linea Metropolitana MM2 (Linea Verde) fermata Moscova.
se vuoi raggiungere lo studio in autovettura, ricorda che lo studio è nella Zona a Traffico Limitato di Milano (Area C), quindi ti servirà il pass (clicca qui per tutte le informazioni e per acquistarlo).
se vieni da fuori Milano in treno, puoi scendere alla stazione Milano Centrale o Porta Garibaldi, prendere la linea MM2 (Linea Verde), e scendere alla fermata Moscova.
Tutti gli articoli sanitari presenti in questo sito sono stati scritti da Medici o informatori sanitari.
Le informazioni sanitarie sono date
secondo i principi di scienza e coscienza, senza ausilio di algoritmi generativi.
Tutti gli articoli sanitari sono materiale originale, attendibile, verificato e inviato all'Ordine provinciale di appartenenza.
Nessun articolo è stato scritto, anche parzialmente, da un'intelligenza artificiale generativa.
Quindi ricorda che...
- il canale anale è l'ultima parte dell'intestino e di tutto il tubo gastrodigerente;
- l'orifizio anale è l'apertura, alla fine del canale anale, abbastanza elastica da permettere il passaggio delle feci e consentire dunque l'evacuazione;
- l'apertura e la chiusura dell'ano sono comandate da due muscoli a forma di ciambella, chiamati muscoli sfinteri;
- lo sfintere interno è un muscolo liscio ed involontario, mentre quello esterno è un muscolo striato volontario:
- quando non si è nell'atto dell'evacuazione, l'ano è ben serrato dalla coordinazione combinata dei muscoli sfinteri;
- si intende soiling anale quella condizione involontaria e spesso non percepita di piccole perdite di muco e feci dall'ano, che avvengono non durante l'evacuazione;
- il soiling anale porta spesso ad una condizione definita di 'ano umido', cioè una zona anale e peri-anale innaturalmente bagnata, che porta presto la cute in macerazione;
- la macerazione della cute provoca di rimando aniti e dermatiti, a volte anche proctiti, cioè infiammazioni non solo della zona peri-anale, ma spesso anche di tutto il canale ano-rettale;
- l'ano umido è un sintomo alla cui origine vi è sempre una patologia scatenante;
- l'ano umido può essere causato da una proctite mal curata, dalle emorroidi patologiche, da una candidosi, da una condilomatosi oppure può essere l'inizio di un'incontinenza fecale;
- un danneggiamento dei muscoli sfinteri, soprattutto lo sfintere esterno, può provocare incontinenza fecale e una condizione di ano beante, cioè l'orifizio anale che non si serra correttamente e completamente;
- la pulizia dell'ano dovrebbe essere effettuata con detergenti specifici e delicati, senza mai invadere il canale anale (che deve naturalmente rimanere col suo giusto muco e residui fecali);
- il medico proctologo è lo specialista sanitario indicato per diagnosticare la causa dell'ano umido e risolverla
Nota deontologica
La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.
La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
domenica 11 febbraio, 2024
La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.
Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.
Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.
È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.
In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
Esegui l'esame della Video Proctoscopia Endoscopica Elettronica*
Esegui l'esame della Video Proctoscopia Endoscopica Elettronica*
La ritengo una persona preparata ed empatica."