nel II secolo d.C., l’illustre Areteo di Cappadocia, Medico greco esercitante a Roma, durante la sua attività ebbe a conoscere molti pazienti che presentavano una strana sintomatologia, che il Clinico riportò minuziosamente nei suoi trattati sulle patologie gastrointestinali.
il Medico notò, nello specifico, che alcuni pazienti presentavano violenti attacchi diarroici, con l’emissione di feci maleodoranti e quasi bianche, con spasmi e crampi addominali così forti da renderli inabili al lavoro.
questi sintomi si ripetevano ciclicamente, soprattutto quando i pazienti mangiavano determinati cibi a base di cereali.
areteo, sebbene a corto di informazioni scientifiche moderne, intuì che il problema era dovuto ad un malassorbimento del cibo, con conseguente incompleta digestione.
il Medico descrisse la patologia come κοιλιακός (koiliakòs, cioè ‘addominale’), e la bollò come incurabile, con i mezzi allora disponibili alla sua Medicina.
anche in questo caso, l’intuizione sulla prognosi era giusta: la celiachia, conosciuta anche come patologia celiaca, è tuttora incurabile.
leggi questa pagina per sapere che cos’è la celiachia, come si diagnostica e quello che può essere fatto per trattarla.
Che cos’è la celiachia?
areteo di cappadocia. il primo medico che diagnosticò e descrisse i sintomi della celiachia
la celiachia è una patologia gastrointestinale di origine genetica, che si manifesta come un’alterazione anormale all’assorbimento del glutine, cioè un agglomerato di proteine abbastanza colloso, insolubile in acqua, presente nei cereali e nelle loro farine (frumento, orzo, farro, segale, ecc.).
nel paziente celiaco, anche il più piccolo contatto intestinale con il glutine provoca una violentissima reazione autoimmune, che scatena un’altrettanto violenta infiammazione.
ciò comporta spasmi intestinali, crampi addominali, l’inizio di drammatiche scariche diarroiche, che possono durare anche giorni, durante i quali il paziente diviene estremamente debole e prostrato, pallido ed emaciato, essenzialmente inabile a qualsiasi attività lavorativa (esattamente come aveva già diagnosticato Areteo di Cappadocia oltre due millenni fa).
Quali sono le cause della celiachia?
il glutine contenuto nelle farine del frumento è la causa dell'intolleranza intestinale nei pazienti celiaci
non sono ancora note le cause genetiche della celiachia che, come tutte le patologie presumibilmente autoimmuni, è difficile da definire a livello eziologico.
la teoria più accreditata per spiegare l’origine di questa intolleranza estrema al glutine è quella che prevede una correlazione di predisposizione genetica e alcuni fattori ambientali giudicati scatenanti.
recenti ricerche hanno definitivamente confermato i sospetti dell’ereditarietà genetica della celiachia, mentre le indagini per stabilire il meccanismo dell’infiammazione delle pareti intestinali al contatto col glutine sono tuttora in corso.
a livello clinico, sono ormai accertati e noti tre fattori scatenanti della celiachia:
- Predisposizione genetica;
- Alimentazione ricca di glutine;
- Condizione di stress psico-fisico
queste tre condizioni, ritenute essenziali per far scattare la sintomatologia, spiegano come la patologia si scateni a qualsiasi età della vita, non solo in fase pediatrica.
Perché il glutine fa scattare la violenta infiammazione intestinale?
le violente coliche diarroiche sono la conseguenza dell'ingestione, spesso involontaria, di piccole quantità di glutine
la celiachia non è un’intolleranza verso il glutine in sé, ma in uno dei suoi componenti maggiori, cioè la gliadina.
quando un paziente celiaco ingerisce anche una minima quantità di gliadina (bastano pochi frammenti di una farina cereale, ad esempio), essa viene portata, nel normale percorso gastrointestinale della digestione, a contatto con i villi dell’intestino tenue.
proprio lì scatta la reazione infiammatoria: i linfociti T attaccano la gliadina riconoscendola come un indesiderato elemento estraneo e potenzialmente pericoloso, cominciando a produrre elevate quantità di citochine.
a loro volta, le citochine causano la morte delle cellule della parete intestinale (apoptosi), con la relativa infiammazione.
la risposta intestinale è molto violenta: cominciano quasi subito i crampi intestinali, seguiti da violenti spasmi e l’inizio delle scariche diarroiche, con l’emissione di feci giallastre (tendenti al bianco) e dal tipico odore pungente e maleodorante.
Una delle prime cause di contaminazione per i pazienti celiaci è il mangiare fuori casa (ristorante, mensa o a casa di amici e conoscenti).
Questo, per un motivo ben chiaro: il paziente celiaco, solitamente, prepara i suoi cibi in un ambiente ben sicuro, in cui le contaminazioni da glutine sono praticamente impossibili.
Oppure, compera prodotti già pronti senza glutine, di idonea preparazione industriale, che possono essere mangiati in tutta sicurezza.
Tutto ciò non è sempre garantito quando si va a pranzo altrove: anche il miglior ristorante, il più attento ai clienti celiaci, può inavvertitamente contaminare (anche con pochissimo glutine) il loro cibo.
E questo, anche tenendo cucine e forni separati (cosa che riduce di molto il rischio di contanimazione, ma non lo elimina).
Ecco perché, di solito, le crisi celiache avvengono proprio dopo l'aver consumato un pasto fuori casa.
Quali sono i sintomi della celiachia?
sebbene l’origine della patologia celiaca sia sempre la stessa (l’intolleranza estrema al glutine), esistono varie categorie sintomatiche, che possono differire molto l’una dell’altra.
al momento, a livello clinico, abbiamo dunque queste manifestazioni sintomatologiche:
• Celiachia sintomatica (o celiachia tipica)
La forma classica della celiachia, che si manifesta con violenti attacchi di diarrea e l’emissione di feci estremamente maleodoranti dal colore giallognolo o biancastro, spesso particolarmente grasse.
A corredo, ai apprezzano estrema debolezza del soggetto, tratti emaciati, perdita di peso, inabilità al lavoro per estrema spossatezza.
Questi sintomi si manifestano esclusivamente in caso di ingestione di alimenti con presenza di glutine, oppure contaminati da esso, anche in minima parte;
• Celiachia atipica
Forma atipica della celiachia che non comporta necessariamente disturbi intestinali della forma tipica, ma può manifestare spossatezza e stanchezza, anemia, vari disturbi neurologici e, specie nelle donne, osteoporosi.
La sua diagnosi è complicata dal fatto che tali sintomi sono comuni e condivisi con altre patologie, di natura neurologica;
• Celiachia silente (o celiachia asintomatica)
Forma di celiachia spesso definita, scorrettamente, del ‘portatore sano’, poiché sebbene siano presenti gli anticorpi antigliadina e l’atrofia dei villi intestinali, il paziente non manifesta alcun sintomo;
• Celiachia potenziale (o celiachia latente)
In questa forma di celiachia non sono stati manifestati ancora i sintomi della forma tipica, ma il test degli anticorpi antigliadina è positivo.
L’eruzione dei sintomi è possibile in qualsiasi momento, e per questo il paziente è invitato ad iniziare quanto prima la terapia dietetica, proprio come se avesse già sviluppato la forma tipica
va ricordato che, qualsiasi sia la forma della sintomatologia della patologia celiaca, alcuni elementi sono sempre presenti, come: la positività ai test antigliadina e l’atrofia (appiattimento) dei villi intestinali.
proprio questo danneggiamento dei villi può portare, a lungo andare, a problemi di assorbimento dei nutrienti, in particolare le vitamine liposolubili (A,D,E e K) nonché al malassorbimento del ferro e delle indispensabili vitamine B9 e B12.
a sua volta, questo deficit di ferro e di vitamina K, può portare ad una difficoltà nella coagulazione delle ferite.
vi è poi tutta la sintomatologia proctologica associata alle frequenti scariche diarroiche, che spesso si manifesta sul lungo periodo in pazienti che non seguito scrupolosamente la dieta terapeutica, quali: prolasso emorroidale, proctiti ed aniti, ragadi anali e, in generale, infiammazioni periodiche della zona anale e peri-anale.
Come si diagnostica la celiachia?
la diagnosi della celiachia è basata su specifici esami ematici e strumentali: non basta quindi la semplice visita clinica, ma deve essere appurata la presenza degli anticorpi anti-gliadina e dell’atrofia dei villi intestinali.
ciò è svolto con specifici esami anticorpali:
- Anticorpi anti-gliadina (AGA);
- Anticorpi anti-endomisio (EMA)
- Anticorpi anti-transglutaminasi (TGA)
la predisposizione genetica alla celiachia è invece possibile tramite un esame ematico molto veloce, che valuta la presenza dei geni HLA DQ2/DQ8, responsabili della trasmissione genetica dell’intolleranza.
un eventuale risultato positivo indica la predisposizione genetica ma non necessariamente la certezza della patologia, mentre un risultato negativo indica l’impossibilità di sviluppare in futuro la celiachia.
gli esami ematici sono poi correlati obbligatoriamente da una gastroscopia con biopsia, indispensabile per accertare lo stato dei villi intestinali.
Qual’è la terapia per la celiachia?
il riso è privo di glutine, ed è quindi una fonte di carboidrati idonea e sicura per i pazienti celiaci
allo stato attuale della Medicina, la celiachia condivide, con altre patologie genetiche, l’impossibilità di cura.
questo vuol dire che non sono disponibili farmaci in grado di inibire la reazione autoimmune dei linfociti al passaggio del glutine nell’intestino, né sono altresì disponibili protocolli chirurgici.
l’unica terapia efficace è quella già conosciuta nell’antichità , e cioè quella dietetica.
che si basa sostanzialmente sull’evitare sempre l’ingestione, soprattutto accidentale, di quantità anche microscopiche di glutine.
questo vuol dire che i pazienti celiaci devono seguire una rigorosa dieta, priva di qualsiasi derivato del frumento, che devono mantenere per tutta la vita.
fortunatamente, oggigiorno, esistono una grandissima quantità di aziende che producono alimenti senza glutine, sicuri e anche di buon sapore e giusti valori nutritivi, che i pazienti celiaci possono acquistare senza preoccupazioni anche nei comuni supermercati.
una dieta a zero glutine, se protratta scrupolosamente, garantisce al paziente celiaco una vita normale e senza particolari problemi, comparabile a quella di un altro soggetto sano.
di particolare importanza è la corretta gestione comportamentale per il paziente celiaco: quasi sempre, episodio acuti di attacco diarroico sono frutto non di un’alimentazione volutamente errata, ma di incidenti con cibo contaminato, nella maggior parte dei casi dopo un pranzo o una cena fuori.
va ricordato che anche piccolissime quantità di glutine sono sufficienti, in un paziente celiaco, per scatenare la violenta risposta immunitaria, e spesso questo capita quando si mangia cibo accidentalmente contaminato.
Ma i prodotti gluten-free sono migliori dI quelli normali, anche per pazienti non celiaci?
gli alimenti senza glutine dovrebbero essere consumati solo da persone celiache, poiché è per loro che sono stati prodotti
no, nella maniera più assoluta.
i prodotti senza glutine (gluten-free, in inglese) sono prodotti specifici, terapeutici possiamo dire, esclusivamente pensati per pazienti celiaci.
non sono ‘migliori’ o ‘peggiori’ dei cibi contenenti glutine: sono una risorsa indispensabile per chi, con patologia celiaca accertata, non può ingerire la gliadina.
il glutine non è, di per sé, un elemento nocivo per gli esseri umani sani: un intestino in salute riesce tranquillamente a scomporlo grazie agli enzimi idonei, quindi la sua presenza non è deleteria e non inizia, di per sé, la celiachia (come purtroppo tutti ancora credono).
la celiachia non può manifestarsi dove non c’è predisposizione genetica, a prescindere da una dieta povera di glutine o meno.
purtroppo, in tempi recenti, la disinformazione sanitaria e medica ha spacciato i prodotti gluten-free come potenzialmente più salutari rispetto ai comuni cibi con glutine.
ciò rientra nel fenomeno più ampio chiamato ‘Health Halo’, che spaccia prodotti e terapie di infondata motivazione scientifica (come ad esempio l’idrocolonterapia, la pressoterapia o la dieta vegana) come ‘salutari’, quando invece non vi è nessun riscontro medico oggettivo per definirli tali.
va ricordato che la dieta senza glutine è molto costosa, impegnativa e non deve assolutamente essere presa come una moda: è una terapia indispensabile se e solo se si è affetti da celiachia, mentre è del tutto trascurabile se invece si è sani.
per i soggetti non patologici e con nessuna allergia riscontrata, è sufficiente rispettare una dieta varia ed equilibrata, onnivora, col giusto equilibrio di carboidrati, fibre, vitamine, proteine e, ovviamente, acqua.
Qual’è lo specialista a cui devi rivolgerti in caso di sospetta celiachia?
la celiachia è una patologia che deve essere diagnosticata esclusivamente da un Medico, che di solito è un Medico Gastroenterologo o un Medico Colonproctologo.
questi due professionisti sanitari sono difatti gli specialisti idonei per prescrivere esami specifici e controllare lo stato di salute del paziente nel tempo, e dovrebbero dunque essere preferiti in fase di diagnosi.
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Quindi ricorda che...
- la celiachia è una patologia congenita, conosciuta da millenni, che si manifesta come un'incapacità da parte dell'intestino del paziente di assorbire ed elaborare chimicamente il glutine;
- il glutine è una proteina presente naturalmente nei cereali e del frumento, innocua per un uomo in salute ma dannosa per un paziente celiaco;
- non si conoscono ancora le origini della celiachia ma si sospetta che essa rientri nel lungo elenco delle patologie autoimmuni;
- è disponibile un test genetico per valutare la predisposizione o meno alla celiachia;
- un'eventuale positività al test della celiachia non vuol dire che si andrà obbligatoriamente a sviluppare la malattia, ma un suo valore negativo significa che, per certo, non si svilupperà mai la patologia;
- la celiachia si manifesta solitamente già in età pediatrica, ma in realtà può manifestarsi ad ogni età , anche avanzata;
- i sintomi della celiachia sono abbastanza riconoscibili, e si manifestano con violente coliche e attacchi diarroici ravvicinati, che spossano il paziente e lo rendono inabile a qualsiasi lavoro;
- la medicina moderna non ha ancora nessuna cura per la celiachia, quindi l'unica terapia possibile è quella dietetica;
- una dieta senza glutine garantisce al paziente celiaco una vita normale e l'assenza di sintomi, comparabile a quella di un paziente non celiaco;
- gli alimenti senza glutine (gluten-free) sono esclusivamente pensati per pazienti celiaci, e non danno nessun beneficio a persone sane
Nota deontologica
La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.
La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
domenica 11 febbraio, 2024
La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.
Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.
Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.
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