sperimenti intenso dolore all’ano, e noti sangue e secrezioni purulente uscire dall’orifizio, oppure dalla zona peri-anale?
il dolore e la perdita di pus coincidono anche con la febbre, che non sembra scemare neppure col ricorso agli antibiotici?
potresti essere affetto da un’infezione nota come fistola anale: una complicazione dell'ascesso della mucosa anale che, senza sbocchi d’uscita, si è creato un canale artificiale verso l’esterno, da dove esce liquido purulento.
scopri cos’è la fistola anale e come si può curare leggendo questa pagina scritta dalla Dott.ssa Luisella Troyer.
Cos’è una fistola anale?
in Proctologia, una fistola anale è un’infezione portata da un ascesso di una ghiandola della mucosa anale che, non avendo altro sbocco, ha ‘scavato’ un tunnel verso l’esterno della cute, da cui emette continuamente materiale purulento.
in pratica, la fistola anale è l’evoluzione (o complicazione, se vogliamo) finale di un ascesso interno alla mucosa anale, a sua volta originato dall’infezione di una ghiandola del muco.
la caratteristica della fistola anale è proprio quest’incessante proiezione all’esterno di pus, piuttosto maleodorante, che sporca continuamente l’intimo del paziente.
come ogni ascesso, la fistola anale rigonfia l’area infetta, e causa grande dolore della zona, talmente grande da far ricorrere il paziente al Pronto Soccorso, in stato di prostrazione totale.
Quali sono le cause della fistola anale?
la fistola anale è la parte finale di un ascesso di una ghiandola del muco, situata nel derma della mucosa anale o della cute perianale, e chiamata in gergo medico ghiandola di Hermann e Desfosses, in onore dei suoi scopritori.
non avendo sbocchi esterni, la ghiandola infetta si gonfia in maniera abnorme di pus e batteri, originando quindi l’ascesso.
la fistolizzazione è una misura estrema del corpo che, per limitare i danni dell’ascesso, ‘costruisce’ un canale artificiale verso l’esterno, con cui spurgare il materiale purulento.
allo stato attuale della Medicina, non è ancora chiarito il perché di questa infezione originaria delle ghiandole del muco, ma sono stati accertati come fattori predisponenti alcune malattie autoimmuni, come la malattia di Crohn, oppure infezioni come la diverticolite o la tubercolosi.
sembrano giocare un ruolo importante nell’inizio dell’infezione anche i traumi ripetuti, oppure i disturbi dell’alvo e della defecazione classici, come la stipsi e la diarrea cronica.
nei pazienti anziani o allettati, la spesso comune mancanza di adeguata igiene nella zona anale e perianale sembra giocare un ruolo accertato come fattore scatenante dell’infezione alle ghiandole di Hermann e Desfosses.
Il dolore di una fistola anale, specie se in associazione ad un ascesso perianale, è riportato come insopportabile dai pazienti.
È dunque spesso una vera e propria urgenza proctologica, ed è un motivo di accesso al Pronto Soccorso.
Il paziente arriva spesso in condizioni ben poco piacevoli, estremamente prostrato dal dolore, che scema solamente con l'incisione dell'ascesso perianale e il drenaggio del materiale purulento.
Quali sono i sintomi di una fistola anale?
il sintomo principale della fistola anale è comune a qualsiasi altro tipo di ascesso (anche quello dentale), ed è l’estremo dolore che affligge il paziente.
spesso, tale dolore è riportato come insopportabile, e non recede neppure con l’utilizzo di antinfiammatori ed antibiotici.
al dolore acuto, che causa spossatezza e, a volte, disperazione nel paziente, è sovente associata la febbre.
la fuoriuscita di materiale purulento e maleodorante dalla fistola è un altro sintomo comune, segno evidente dell’ascesso sottocutaneo.
questo pus, che sgorga costantemente dalla fistola, non di rado causa dermatiti localizzate, che non infrequentemente danno origine a prurito anale.
Come si diagnostica la fistola anale?
per la diagnosi della fistola anale è sufficiente una visita proctologica, corredata dalla videoproctoscopia.
in genere, la diagnosi della fistola è relativamente semplice per il Medico Proctologo esperto, ma è comunque necessario individuare con esattezza il percorso interno dell’infezione.
per farlo, il Medico può avvalersi di uno strumento chiamato specillo (in pratica, del filo di acciaio morbido utile per seguire il percorso della fistola).
il percorso può anche essere colorato, in fase di specillazione, con blu di metilene, per meglio evidenziare tutto il tragitto.
per completare la diagnosi e per prepararsi all’intervento chirurgico di terapia, il Medico Proctologo può anche eseguire un’ecografia endoanale a 360°.
tale esame è molto utile per capire l’esatto percorso della fistola, le sue eventuali diramazione la sua profondità effettiva, con relativo (se in essere) rapporto con gli sfinteri.
solo in casi di ulteriore dubbio, specie in situazioni complesse, il Medico Proctologo può prescrivere una Risonanza Magnetica Nucleare.
Qual’è la terapia per la fistola anale?
la terapia per la risoluzione della fistola anale, come peraltro in qualsiasi altro ascesso, prevede la rimozione completa dei tessuti infetti, e la bonifica della zona purulenta origine della suppurazione.
l’accesso è quindi chirurgico: la terapia farmacologica a base di antibiotici non è in grado di risolvere l’infezione, anche se spesso è prescritta per limitare l’espansione del materiale infetto.
considerato che i sintomi della fistola anale non sono sopportabili dal paziente, spesso l’intervento chirurgico è effettuato d’urgenza.
non a caso, la rimozione della fistola è il più frequente intervento proctologico eseguito in urgenza.
vi sono varie tecniche d’intervento e d’accesso, che sono spesso relazionate alla posizione della fistola e dal suo grado di complessità , ma qualsiasi intervento deve comunque garantire:
- La rimozione di tutto il materiale purulento e il canale fibrotizzato della fistola;
- Il rispetto dei muscoli sfinteri, per evitare irreversibili situazioni di incontinenza fecale
uno degli interventi classici in sede operatoria, ancora utilizzato, prevede l’asportazione della ghiandola infetta e l’applicazione di un setone, cioè di una specie di tampone lungo e sottile inserito nel canale della fistola, che viene progressivamente tirato, nell’arco di qualche settimana, durante le visite proctologiche.
questo espediente, in realtà vecchio di secoli (fu ideato già nel finire del 1300 dal Chirurgo inglese John di Arderne), ha come scopo la sezione lenta e progressiva dello sfintere, con una guarigione progressiva che risparmia dall’incontinenza fecale.
alternativamente alla tecnica del setone, recentemente è stata introdotta la tecnica VAAFT (Video Assisted Ana Fistula Treatment).
questa è essenzialmente una tecnica endoscopica mini-invasiva: un piccolo fistuloscopio dotato di videocamera e diodo laser viene introdotto nella fistola, che viene bruciata dal laser e chiusa per via transrettale.
qualsiasi sia la tecnica utilizzata e l’approccio chirurgico scelto, è imperativo sottolineare come l’intervento di rimozione della fistola anale sia sempre considerato intervento di alta chirurgia proctologica.
anche un errore minimo in fase operatoria può provocare una lesione permanente degli sfinteri, compromettendo dunque la continenza fecale del paziente.
Qual’è il Medico in grado di diagnosticare e trattare la fistola anale?
lo specialista sanitario con grande esperienza nell’analisi e nella cura chirurgia della fistola anale è il Chirurgo Proctologo.
è lui che ha le competenze, le conoscenze e gli strumenti necessari per curare la fistola anale, ed è dunque a questo professionista che ci si dovrebbe rivolgere in ogni caso di ascesso anale o peri-anale.
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la Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Vascolare, perfezionata in Proctologia e Colonproctologia, che riceve a Milano, presso lo studio Salus Mea in Via della Moscova, 60.
nello studio, modernamente attrezzato, la Dottoressa eroga visite mediche specialistiche di Chirurgia Vascolare e Colonproctologia, per diagnosticare e risolvere problemi proctologici come:
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Quindi ricorda che...
- la fistola anale è una complicanza o l'evoluzione finale di un ascesso peri-anale, e si manifesta come un condotto artificiale che, dalla sede originaria dell'ascesso, sfocia nella mucosa del canale anale;
- una fistola anale si forma sempre per colpa di un ascesso di una ghiandola del muco, e può formarsi anche se l'ascesso è stato adeguatamente curato;
- in fase di diagnosi, il medico deve indagare sull'esatto percorso della fistola anale, sia per mezzo dello specillo che dell'esame ecografico;
- la cura della fistola anale è chirurgica, e prevede la pulizia del tramite fistoloso o, nei casi gravi, la sua rimozione;
- dalla fistola anale fuoriesce sovente materiale purulento e maleodorante, che sporca la biancheria intima;
- la cura chirurgia della fistola anale è un intervento di alta proctologia, ed è riservato solo a chirurghi con grande esperienza pregressa
Nota deontologica
La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.
La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
domenica 11 febbraio, 2024
La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.
Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.
Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.
È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.
In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
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