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L'emorroidectomia Milligan-Morgan

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L’emorroidectomia Milligan-Morgan

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Le emorroidi patologiche, cioè le emorroidi ormai prolassate ed estruse fuori dal canale anale, sono un problema per milioni e milioni di persone in tutto il mondo.

Statisticamente, si calcola che la malattia emorroidaria sia, assieme alla carie dentale, la seconda patologia più comune in tutta la popolazione umana, e questo rende bene l’idea dei numeri dei potenziali pazienti che soffrono di ‘emorroidi’.

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Agli inizi del 1900, due Chirurghi inglesi, il Dott. Milligan e il Dott. Morgan, rivoluzionarono la colonproctologia ideando un protocollo radicale chirurgico per l’asportazione tout-court dei plessi emorroidari malati.

Questo protocollo, seppur con leggere modifiche e varianti, è ancora utilizzato ai giorni nostri, e prende il nome di emorroidectomia secondo Milligan-Morgan.

Leggi questa pagina per scoprire che cos’è l’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan: quando è necessario eseguirla, su chi può essere praticata e come si sviluppa il post-operatorio.

Cos’è l’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan?

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L’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan è una procedura chirurgica di colonproctologia, il cui scopo è l’asportazione totale dei tessuti emorroidari ammalati per via della patologia emorroidaria.

Il protocollo chirurgico è stato ideato inizialmente da due Chirurghi inglesi, il Dott. Milligan e il Dott. Morgan e, sostanzialmente, è rimasto concettualmente invariato sino ai giorni nostri.

Questo intervento è considerato radicale in quanto non è di tipo conservativo: i plessi emorroidari malati vengono fisicamente asportati, mediante delle opportune incisioni che, a fine operazione, non vengono suturate, ma lasciate guarire per seconda intenzione.

Fino a poco prima dell’introduzione della tecnica ambulatoriale di scleromousse stabilizzata, l’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan era l’unica terapia radicale e risolutiva per prolassi emorroidari importanti, oltre il III grado.

Cosa sono le emorroidi, e perché si ammalano?

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Le emorroidi sono di naturali plessi atero-venosi, normalmente presenti nel nostro canale anale.

Ce ne sono tre principali (laterale sinistro, anteriore destro e posteriore destro), più altri due più piccini secondari.

Lo scopo di questi plessi, che assomigliano a dei morbidi cuscinetti gonfi di sangue, è quello di vascolarizzare efficacemente tutto il canale anale e, in seconda battuta, di aiutare i muscoli sfinteri nel contenimento fecale.

In condizioni di normalità le emorroidi non causano nessun problema, ma in determinate situazioni, ad esempio nel caso di infiammazioni, lacerazioni della mucosa anale, congestione oppure sfiancamento dei tessuti di supporto che le ancorano al canale anale, le emorroidi possono estrudere e rigonfiarsi eccessivamente, dando origine alla malattia emorroidaria.

La Medicina non ha ancora stabilito una causa certa e comune che spieghi l’inizio del prolasso emorroidario, ma alla base della malattia vi sono teorie sia meccaniche (sfiancamento dei tessuti per eccessivi sforzi intraaddominali, invecchiamento e calo del collagene) che emodinamiche.

Una certa e quasi sempre presente situazione scatenante del prolasso emorroidario è la stipsi cronica, che sfianca i tessuti di ancoraggio delle emorroidi al canale anale, per via dell’aumento cronico della pressione intraaddominale.

Lo ‘sforzo’ nel ponzamento del soggetto stitico, il passaggio di feci indurite e difficili da espellere poiché disidratate, alla lunga sfibrano il tessuto delle emorroidi che si dilata e prolassa verso il basso, dando dunque origine alla patologia.

Anche il naturale invecchiamento, la gravidanza e il parto naturale, così come frequenti episodi di diarrea che tendono a cronicizzarsi (magari frutto della sindrome del colon irritabile), o anche alcuni lavori usuranti e sport particolari possono essere considerati fattori scatenanti del prolasso delle emorroidi.

Consigli proctologici

I protocolli chirurgici moderni hanno perfezionato l'emorroidectomia Milligan-Morgan, che risulta molto meno invasiva e dolorosa rispetto al passato.

Sebbene l'obiettivo di fondo sia il medesimo, così come la necessaria escissione chirurgica dei plessi emorroidari ammalati, accorgimenti come la legatura alta del peduncolo arterioso e i 'ponti' di mucosa lasciati tra le incisioni garantiscono nella maggior parte dei casi un decorso post-operatorio molto meno doloroso per il paziente.

Anche la terapia antibiotica profilattica, la dieta prescritta e l'uso di specifici lassativi (solo temporanei nei giorni successivi all'intervento) aiutano il paziente ad evacuare feci morbide, facili da espellere, a tutto vantaggio del contenimento del dolore.

Che sintomi danno le emorroidi ammalate?

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il sanguinamento anale è il tipico sintomo della patologia emorroidaria

Il prolasso delle emorroidi porta una grande varietà di sintomi per il paziente che lo sperimenta, tra cui il più comune è sicuramente il sanguinamento anale (rettoragia).

Questo sanguinamento, che può essere copioso oppure a macchie (ematochezia), si manifesta solitamente durante o poco dopo la defecazione, per via del passaggio delle feci che, giocoforza, frizionano la parete esterna delle emorroidi, già infiammata e congestionata.

La frizione crea dunque lacerazione dei tessuti, da qui il sanguinamento.

Oltre al sanguinamento, che peggiora per gravità in caso di stipsi ostinata, il paziente affetto da emorroidi patologiche sperimenta anche bruciore e prurito anale, accompagnati spesso da sensazione di corpo estraneo nell’ano e, non meno frequentemente, sensazione di non potersi mai ‘svuotare’ completamente dopo l’evacuazione (tenesmo).

A questi sintomi tipici del prolasso delle emorroidi può aggiungersi la complicanza della formazione di un trombo (un coagulo di sangue) dentro le stesse emorroidi, che prende il norme di trombosi emorroidaria.

Tale condizione, estremamente dolorosa e capace di prostrare completamente il paziente, genera quella che viene definita ‘crisi emorroidaria’.

C’è un grado di severità delle emorroidi?

Le emorroidi sono convenzionalmente classificate secondo la loro estrusione dalla posizione anatomica originaria, in una scala di quattro gradi:

  • Emorroidi di I grado, emorroidi non ancora congeste, di prolasso lieve, che rimangono ancora totalmente posizionate nel canale anale;
  • Emorroidi di II grado, con prolasso moderato, che estrudono dal canale anale solo durante la defecazione o durante alcuni sforzi;
  • Emorroidi di III grado, con prolasso severo, che estrudono completamente dal canale anale ma che possono rientrare in esso con riposizionamento manuale;
  • Emorroidi di IV grado, con prolasso grave, che risultano permanentemente prolassate fuori dal canale anale e che non sono più riducibili neppure con manovra manuale

L’attuale Medicina è in grado di ottenere eccellenti risultati per la decongestione delle emorroidi di grado basso, mentre l’emorroidectomia è un intervento chirurgico pensato esclusivamente per risolvere i problemi delle emorroidi di grado alto, dal III in poi.

Come si esegue l’intervento di emorroidectomia Milligan-Morgan?

L’intervento di emorroidectomia secondo Milligan-Morgan è effettuato in anestesia generale.

Dopo avere praticato la legatura del peduncolo arterioso che alimenta le emorroidi, i plessi sono asportati chirurgicamente, con lo strumento preferito dal Chirurgo: col bisturi a lama fredda, con l’elettrobisturi, con il bisturi a radiofrequenza, col bisturi laser, ecc.

L’arteria che alimenta le emorroidi è poi cauterizzata, e le incisioni dell’intervento, essendo tre i plessi emorroidari principali, lasciano alla fine dell’esecuzione la ben mota immagine di ‘trifoglio’.

Le incisioni non vengono suturate, ma solo medicate: la guarigione avverrà per seconda intenzione, in circa 90 giorni dall’intervento.

La legatura alta del peduncolo arterioso e l’abilità del Chirurgo nel lasciare ponti di mucosa, indispensabili per il drenaggio delle ferite e per minimizzare il rischio di stenosi cicatriziali, consentono di rendere il post-operatorio molto più agevole per il paziente.

Consigli proctologici

L'emorroidectomia Milligan-Morgan, sebbene sia stata una delle tecniche chirurgiche di maggior successo della storia della Proctologia, sta venendo pian piano sostituita dalla nuova scleromousse stabilizzata ad aria sterilizzata.

Questo protocollo medico, messo a punto durante la pandemia di Covid-19, comporta innumerevoli vantaggi per il paziente: assenza di intervento chirurgico in sala, assenza completa di dolore post-operatorio, ritorno immediato all'attività sportiva e lavorativa, costi estremamente contenuti.

La scleromousse per le emorroidi riesce a risolvere, nel 95% dei casi, anche situazioni gravi di prolasso emorroidario, che un tempo potevano essere affrontate solo dall'emorroidectomia Milligan-Morgan.

C’è dolore dopo l’intervento di emorroidectomia Milligan-Morgan?

L’intervento di emorroidectomia Milligan-Morgan che si esegue modernamente è molto più agevole, nel decorso post-operatorio, rispetto allo stesso intervento che si eseguiva decenni fa.

La tecnica chirurgica moderna consente di rispettare molto più i tessuti sani del canale anale e, dunque, di dare molta più serenità al paziente nel post-operatorio.

I moderni protocolli post-chirurgici, fortunatamente differenti rispetto a quelli passati in cui si provocava addirittura il blocco intestinale, consentono al paziente di scaricarsi tranquillamente dopo l’intervento, senza eccessivo dolore.

Va da sé che, essendo una tecnica ‘aperta’, cioè senza sutura, l’emorroidectomia Milligan-Morgan non può prevedere un post-intervento del tutto privo di fastidi, e di ciò il paziente deve essere obbligatoriamente informato.

Il passaggio delle feci sulle lesioni aperte e in guarigione può provocare bruciore e irritazione, nonché spasmi dello sfintere, che sono particolarmente accentuati nelle prime settimane successive all’intervento.

Anche il sanguinamento e l’iper-produzione di muco, solitamente copiosa nelle prime due-tre settimane successive all’operazione, sono condizioni normali che non devono però spaventare il paziente.

Il fastidio, il bruciore o il dolore dei primi giorni dopo l’emorroidectomia possono essere comunque contenuti con un buon protocollo dietetico, indispensabile per ottenere sempre feci morbide e ben formate, facili da espellere, e il ricorso ai comuni antidolorifici.

Dopo quanto tempo si guarisce dall’emorroidectomia Milligan-Morgan?

I tessuti della mucosa anorettale, salvo complicazioni, mediamente guariscono completamente dopo 90 giorni dall’intervento.

A volte però, a seconda del grado di cicatrizzazione proprio del paziente, occorre più tempo per arrivare alla guarigione completa.

Ritardi nella risoluzione totale dell’intervento sono solitamente causati da infezioni post-operatorie, irritazioni della zona (proctiti), spesso date da una non eccelsa compliance del paziente durante la convalescenza.

Dopo quanti giorni si può tornare al lavoro una volta eseguito un intervento di emorroidectomia Milligan-Morgan?

Il paziente è solitamente tenuto in degenza ospedaliera per due o tre giorni dopo l’intervento.

In assenza di complicazioni, il Medico prescrive un adeguato periodo di riposo casalingo, che di solito è di 15-20 giorni.

Si può tornare al lavoro di concetto dopo tale periodo, mentre per chi fa un lavoro di fatica, o che comunque prevede sforzi e sollevamento di pesi, il tempo di convalescenza si allunga, anche fino ad un mese (in alcuni casi, oltre).

L’attività sportiva può essere ripresa dopo circa 30-40 giorni, sempre dopo avvallo del Medico, e comunque evitando in ogni modo attività che aumentino la pressione intra-addominale.

L’intervento di emorroidectomia secondo Milligan-Morgan è definitivo?

Se ben eseguito, le statistiche indicano che l’intervento di emorroidectomia con Milligan-Morgan è risolutivo in oltre il 98% dei casi trattati.

Consigli proctologici

Non tutti i casi di prolasso emorroidario richiedono necessariamente un intervento chirurgico: alcuni gradi di emorroidi patologiche, come ad esempio il I o il II grado, possono essere curati con grande efficacia dall'adeguata terapia medica decongestionante, a cui è solitamente associata un'adeguata dieta.

Convenzionalmente, si decide di ricorrere all'intervento chirurgico di emorroidectomia Milligan-Morgan solo quando il prolasso emorroidario è ormai irriducibile e cronico, in grado di compromettere seriamente la qualità di vita del paziente.

Tuttavia, dopo la pandemia di Covid-19, l'avvento della nuova scleroterapia a base di scleromousse stabilizzata ha profondamente cambiato l'approccio curativo delle emorroidi, ridimensionando di molto il ricorso all'emorroidectomia.

Chi è il Chirurgo specializzato nell’intervento di emorroidectomia Milligan-Morgan?

Le emorroidi patologiche sono una classica specialità della Chirurgia Vascolare, quindi solitamente il Chirurgo molto ferrato nell’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan è il Chirurgo Vascolare (chiamato anche comunemente Angiologo).

C’è un’alternativa all’emorroidectomia Milligan-Morgan?

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Fino a pochi anni fa, l’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan era l’unica soluzione efficace ed attuabile per pazienti con prolasso emorroidario ormai avanzato ed irriducibile, superiore al III grado.

Le cure mini-invasive ambulatoriali come la tecnica HeLP oppure la legatura elastica, per stadi avanzati di prolasso, sono sempre risultate del tutto inefficaci, quindi l’emorroidectomia era la sola terapia risolutiva idonea per dare sollievo a pazienti con prolassi ormai insostenibili.

Dal 2020 in poi, però, le cose sono decisamente cambiate.

L’avvento della moderna scleromousse stabilizzata con aria sterilizzata ha rivoluzionato completamente la cura delle emorroidi, sia di stadio lieve che avanzato.

Inizialmente partita solo come palliativo, in attesa di procedere all’intervento chirurgico di emorroidectomia, la scleromousse a base di polidocanolo si è rivelata invece risolutiva nel 95% dei pazienti trattati che, dopo la terapia, non necessitavano più di intervento chirurgico.

Con questa confortante sperimentazione, la scleromousse è divenuta quindi un’alternativa indolore, veloce, dai costi estremamente contenuti e somministrabile ambulatorialmente, con tutti gli ovvi vantaggi per il paziente (soprattutto, post-chirurgici).

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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Proctologo perfezionata da anni nell’emorroidectomia Milligan-Morgan, che ha contribuito a migliorare costantemente con la sua sperimentazione clinica.

L’obiettivo della Dottoressa è quello di dare il minore fastidio post-operatorio ai propri pazienti, rispettando i tessuti ano-rettali e garantendo quindi un più agevole decorso post-operatorio.

Negli ultimi anni, la Dottoressa ha iniziato ad utilizzare con successo la nuova scleromousse stabilizzata ad aria sterilizzata, con un protocollo che le permette di trattare anche i casi più gravi di prolasso emorroidario senza però passare dall’emorrodectomia obbligata.

Nel suo studio di Milano, in Via della Moscova, la Dottoressa può diagnosticare con esattezza le tue emorroidi patologiche e il tuo grado di prolasso, avvalendosi di un esame avanzato endoscopico chiamato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

Un esame del tutto indolore, eseguito senza preparazione, indispensabile per valutare con precisione lo stadio delle tue emorroidi patologiche, e stabilire dunque il giusto percorso terapeutico.

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nello studio, modernamente attrezzato, la Dottoressa eroga visite mediche specialistiche di Chirurgia Vascolare e Colonproctologia, per diagnosticare e risolvere problemi proctologici come:

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Per le sue diagnosi e le visite proctologiche, la Dott.ssa Luisella Troyer utilizza l'eccellenza della tecnologia diagnostica, come il moderno videoproctoscopio in alta definzione, per la Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

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Quindi ricorda che...
  • le emorroidi sono dei naturali plessi costituiti da arterie e vene unite tra di loro, presenti nel canale anale;
  • il compito principale delle emorroidi è quello di vascoralizzare in maniera adeguata tutto l'ano e l'orifizio anale, avendo anche come compito secondario quello di contenimento fecale;
  • per una lunga serie di fattori scatenanti, le emorroidi possono prolassare ed estrudere fuori dal canale anale, dando origine alla patologia emorroidaria;
  • vi sono diversi stadi di gravità delle emorroidi patologiche, suddivisi a secondo del volume del prolasso;
  • il prolasso delle emorroidi porta congestione dei plessi, infiammazione e, spesso, lacerazione, dovuta al passaggio delle feci;
  • i pazienti stitici, le donne incinte e partorienti, così come pazienti con lavori o sport particolarmente usuranti, possono essere particolarmentr afflitti dal problema delle emorroidi;
  • le emorroidi patologiche sono una malattia estremamente diffusa in tutto il mondo, seconda solo alla carie dentale;
  • l'emorroidectomia milligan-morgan è una tecnica chirurgica ideata oltre un secolo fa per asportare completamente i plessi emorroidari malati;
  • la tecnica di emorroidectomia milligan-morgan non prevede sutura delle incisioni, e per questo la guarigione è più lenta per il paziente;
  • sebbene la tecnica chirurgica e i protocolli post-chirurgici siano stati perfezionati nel tempo, l'emorroidectomia milligan-morgan rimane un'operazione a volte poco agevole nella convalescenza;
  • attualmente, molti casi un tempo idonei solo per l'emorroidectomia sono trattati con la nuova scleroterapia a base di scleromousse

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.

La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Vascolare Proctologo a Milano Dott.ssa Luisella Troyer

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:

domenica 11 febbraio, 2024

La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.

Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.

Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.

È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.

In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

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‟Empatica, rassicurante (nonostante le mie numerose paure), competente."
Barbara
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‟Ringrazio sentitamente la dottoressa: è un grande medico proctologo, e la sua visita è stata la più approfondita e accurata che io abbia mai fatto.
Bravissima, la consiglio davvero."
Anna Maria
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‟Scrupolosa ed attenta durante la visita, mi ha dato ogni informazione e anche di più.
Studio peraltro bello ed accogliente, ambiente familiare e tanta simpatia da parte della segretaria e degli assistenti!"
Francesca
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