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Perché non devi ritardare la cura delle emorroidi

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Soffri di emorroidi da molto tempo?

Ti sei sempre vergognato del problema, e proprio per questo hai sempre rimandato una visita proctologica specialistica?

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Il prolasso emorroidario, come qualsiasi prolasso del corpo, col tempo non migliora, ma generalmente peggiora.

E con esso, peggiora sempre più anche la sintomatologia delle emorroidi patologiche, compreso il bruciore, il sanguinamento ad ogni evacuazione, la sensazione di corpo estraneo nell’ano e, ovviamente, il rischio di dolorosi trombi emorroidari.

Molti di questi problemi possono essere risolti con la moderna Medicina e con la moderna Chirurgia, ma vi è bisogno di un atto fondamentale da parte del paziente: deve decidersi a farsi curare.

Questa pagina ti illustrerà il perché non dovresti mai procrastinare la cura delle emorroidi, e del perché dovresti invece rivolgerti quanto prima ad un Chirurgo Proctologo per la loro diagnosi e cura.

Cosa sono le emorroidi?

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emorroide interna congesta ed infiammata vista all'esame della proctoscopia

Le emorroidi sono delle strutture vascolari normalmente presenti nel nostro canale anale, formate da un’anastomosi, cioè un’unione anatomica, di vene ed arterie.

Sono tre plessi sanguigni simili a dei morbidi cuscinetti, posizionati a raggiera attorno al canale anale: anteriore destra, posteriore destra e laterale sinistra.

A queste tre emorroidi principali se e aggiungono altre due più piccine, posizionate grossomodo ai lati dell’emorroide laterale sinistra, chiamate emorroidi secondarie.

Le emorroidi sono formate da vene ed arterie unite tra di loro, ricoperte da uno spesso strato di tessuto connettivo ricco di collagene e fibre elastiche, che rendono i plessi morbidi ma elastici e resistenti.

Il compito funzionale primario delle emorroidi è quello di vascolarizzare opportunamente tutto il canale anale e, secondariamente, di aiutare i muscoli sfinteri nella continenza fecale.

In condizioni di normalità le emorroidi non vengono neppure percepite dal soggetto, e rimangono a svolgere il loro silente compito nel canale anale, senza dare alcun problema.

Solo quando la loro condizione clinica cambia, e i plessi cominciano ad estrudere dalla loro posizione originaria, iniziando a dare problemi come prurito, dolorabilità, bruciore e sanguinamento durante o poco dopo la defecazione, si può parlare di malattia emorroidaria.

Consigli proctologici

Per ematochezia s'intende, in Medicina, la perdita di sangue dall'orifizio anale.

L'ematochezia può essere dovuta a svariate condizioni patologiche, tra cui rientrano anche le emorroidi, ma che possono essere sia benigne che maligne.

Oltre al prolasso emorroidario, il sanguinamento dall'ano può essere douto ad una ragade anale, ad un'intensa proctite, ad un violento episodio di diarrea che ha irritato e lacerato il canale anale, ad una diverticolite, alla presenza di condilomi anorettali e, anche se meno frequente, ad un carcinoma all'ano o al retto.

Quest'ultima ipotesi spaventa a morte il paziente, ma fortunatamente risulta la meno probabile dal punto di vista statistico.

Qualsiasi sia la condizione che ha portato al sanguinamento, deve essere opportunamente diagnosticata: a volte è sufficiente un esame di videoproctoscopia, altre volte (in caso di sospetta lesione nell'alto colon) è necessaria invece una videocolonscopia.

Le emorroidi patologiche e la malattia emorroidaria: perché inizia?

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In Medicina, si definiscono le emorroidi ‘patologiche’ quando, per una lunga serie di cause e fattori scatenanti, i plessi emorroidari cominciano a rigonfiarsi e a prolassare verso l’esterno dell’orifizio anale, dando origine a una vasta sintomatologia che prende il nome di malattia emorroidaria.

La causa d’inizio di questo prolasso delle emorroidi, lento ma costante, non è ancora stata bene inquadrata dalla scienza, ma si propongono due teorie principali:

  • La teoria meccanica, che prospetta un graduale e costante sfinimento del tessuto fibro-muscolo-elastico che compone le emorroidi e le tiene ‘ancorate’ alla parete della mucosa anale, e che avviene per un naturale invecchiamento (e perdita di collagene);
  • La teoria emodinamica, che vede l’inizio del prolasso come naturale conseguenza di costanti situazioni di elevata pressione intraaddominale, come nei pazienti sofferenti di stipsi cronica, ostruita defecazione oppure praticanti alcuni sport o lavori di fatica.
    Anche la gravidanza, il parto e una condizione ereditaria di fragilità dell’endotelio venoso (tipica dell’insufficienza venosa cronica) sono inclusi come fattori scatenanti di questa teoria

Queste due teorie non sono necessariamente in conflitto tra di loro, e l’insorgenza del prolasso emorroidario può essere dovuta ad una combinazione, anche parziale, delle due cause.

A corredo di queste due teorie principali, la Medicina ha da tempo stabilito una precisa correlazione dell’insorgenza della patologie emorroidaria con una lunga serie di fattori cosiddetti ‘scatenanti’, che possono essere riassunti in:

  • Sovrappeso ed obesità;
  • Dieta scorretta, con alimentazione troppo povera di fibre ed insufficiente idratazione quotidiana;
  • Sedentarietà e poca attività fisica in generale;
  • Frequenti episodi di diarrea, spesso frutto della sindrome del colon irritabile o di una patologia autoimmune (come la Malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa);
  • Abuso di lassativi causato dalla stipsi cronica;
  • Sollevamento pesi, ciclismo, equitazione, motociclismo;
  • Lavori di fatica, particolarmente usuranti, nonché lavori che richiedono lunghi periodi in posizione ortostatica (fermi ed in piedi)

Quanto sono frequenti le emorroidi nella popolazione?

La patologia emorroidaria è la più diffusa condizione patologica in tutto il mondo, assieme alla carie dentale.

Anche se i numeri reali del fenomeno sono difficili da raccogliere, poiché le emorroidi sono spesso sottostimate dai pazienti, ignorate per molti anni oppure confuse con altre patologie benigne, si presume che circa la metà della popolazione mondiale, ad un certo punto della vita, manifesti i sintomi di un prolasso emorroidario.

Le emorroidi patologiche possono comparire in qualsiasi età della vita, anche in pazienti molto giovani ma con bassa produzione di collagene, e la loro incidenza in base al sesso vede una leggera preferenza per le donne, dettata quasi sicuramente dalla naturale condizione della gravidanza e del parto (fattori spesso scatenanti il prolasso).

Quali sono i sintomi delle emorroidi patologiche?

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il sanguinamento anale è un tipico sintomo delle emorroidi patologiche

La sintomatologia delle emorroidi è al contempo ben nota alla scienza e variegata, con situazioni che spesso sono confuse dai pazienti (ma a volte, anche da qualche Medico poco esperto) con altre condizioni patologiche, spesso ben più gravi (si pensi ad esempio al tumore del colon e del retto).

Premesso ciò, tra i principali sintomi tipici della malattia emorroidaria, possiamo senz’altro includere:

  • Il sanguinamento durante o poco dopo l’evacuazione (ematochezia), il sintomo più tipico delle emorroidi patologiche, causato dallo sfregamento delle feci sui plessi rigonfi di sangue.
    Tale fenomeno causa spesso autentico terrore nel paziente, che pensa di essere affetto da un carcinoma al retto o al colon;
  • Bruciore durante l’evacuazione, causato dal passaggio delle feci cariche di batteri sulle emorroidi lesionate ed infiammate;
  • Il prurito anale, causato dall’iper-produzione di muco nel canale anale che porta a macerazione la cute perianale.
    Tale iper-produzione è una forma di protezione della mucosa anale che, non essendo dotata di strato corneo come invece la cute esterna, tenta di lenire l’irritazione dei plessi emorroidari proteggendoli con uno spesso strato di muco;
  • Prolasso meccanico, di cui il paziente si accorge sentendolo al tatto durante la pulizia quotidiana.
    Tale prolasso può essere più o meno accentuato a seconda del grado di stadiazione delle emorroidi;
  • Tenesmo anale e sensazione di gonfiore e pesantezza, con sovente continua tensione nell’ano e sensazione di non essersi mai svuotati del tutto dopo la defecazione;
  • Aniti e proctiti, cioè infiammazioni del canale anorettale, dell’orifizio anale e della cute perianale, dovute sia alla presenza del prolasso (e delle sue lesioni) che all’iper-produzione di muco;
  • Intenso ed acuto dolore, a volte così invalidante da non poter neppure camminare correttamente, sintomo a sua volta di una trombizzazione delle emorroidi (il famoso e temuto trombo emorroidario)

Vale la pena ricordare che questi sintomi sono solo una traccia: la condizione sintomatica delle emorroidi patologiche cambia da paziente a paziente, e spesso può essere confusa con quella di ben altre patologie, come ad esempio le ragadi anali oppure un carcinoma anorettale.

Anche l’intensità di questi sintomi cambia in base al grado delle emorroidi, alla sensibilità propria del paziente e, non di meno, dalla prontezza di ricorso alle cure mediche e chirurgiche.

Consigli proctologici

Purtroppo, la Proctologia del Servizio Sanitario Nazionale ha alcuni elementi critici, che non rendono l'Italia una delle eccellenze europee in tale ambito.

In Paesi più attenti alle problematiche proctologiche, i Medici utilizzano protocolli più precisi per la diagnosi delle emorroidi patologiche e, soprattutto, non prescrivono senza giustificato motivo gli esami di colonscopia.

In Italia, spesso tale esame è prescritto eccessivamente, sovente ogni volta che un Medico non particolarmente esperto in Proctologia deve decidere la terapia per un paziente che riporta un sanguinamento anale.

Anche in presenza di evidente prolasso emorroidario, spesso il Medico prescrive comunque la colonscopia, non conoscendo (per mancanza di adeguata formazione continua) esami meno invasivi e più indicati, come la Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

Questo iper-abuso della prescrizione dell'esame di colonscopia rende purtroppo quasi sempre congestionate le liste d'attesa regionali, con picchi che, a volte, risultano essere inacettabili per i pazienti.

Invece, molte liste potrebbero essere sveltite dotando gli ambulatori pubblici di videoproctoscopio elettronico, nonché formando le giuste competenze nelle nuove generazioni mediche.

C’è una scala di gravità delle emorroidi patologiche?

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emorroidi di ii grado viste al proctoscopio elettronico

Sì, le emorroidi patologiche sono classificate in base alla loro gravità in una scala di quattro gradi, di peggioramento progressivo:

  • Emorroidi di I grado
    Il prolasso emorroidario è minimo, e le emorroidi rimangono ancora completamente dentro il canale anale.
    È una condizione di cui molti pazienti neppure si accorgono e che è rilevabile solo all’esame della Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
    Sebbene il rigonfiamento emorroidario sia modesto, questo grado può comunque dare origine a pruriti ed infiammazioni e, anche se raramente, a lievi sanguinamenti;
  • Emorroidi di II grado
    Il prolasso emorroidario è più consistente, così come la congestione dei plessi, che fuoriescono dall’ano durante il ponzamento dell’evacuazione oppure in condizione di particolari sforzi o sport.
    Il rientro immediato avviene alla fine dello sforzo, e possono essere presenti episodi di infiammazione, prurito anale, sanguinamento e, a volte, sensazione di tenesmo;
  • Emorroidi di III grado
    Il prolasso emorroidario è consistente, e le emorroidi estrudono fuori dal canale anale anche senza ponzamento o sforzi fisici.
    Il riposizionamento interno è ancora possibile manualmente, e sanguinamenti, bruciori e la formazione di trombi emorroidari sono sintomatologie comuni di questo stadio;
  • Emorroidi di IV grado
    Il prolasso emorroidario è permanente ed irreversibile, e le emorroidi risultano permanentemente prolassate all’esterno del canale anale, non essendo riposizionabili neppure con manovra manuale.
    È uno stadio in cui i sanguinamenti sono pressoché quotidiani, anche durante la giornata e non necessariamente durante la defecazione, per via dello sfregamento continuo delle emorroidi con gli indumenti

Ovviamente, questi stadi sono progressivi, e il prolasso avviene lentamente (ma costantemente) durante gli anni, specie se il paziente non decide a rivolgersi al Medico Proctologo ed iniziare un percorso di cura.

Perché le emorroidi peggiorano col tempo?

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Il prolasso emorroidario di stadio basso, indicativamente sino al II stadio di gravità, specie in soggetti ancora giovani e con una buona produzione di collagene ed elastina, può regredire con la giusta terapia medica conservativa.

Questo succede a patto che il paziente si decida a farsi visitare da un Medico Proctologo, ed eseguire pertanto la necessaria visita medica proctologica.

Se i primi sintomi del prolasso emorroidario vengono ignorati, per lassismo o paura, generalmente il peggioramento della condizione è progressivo, e si sviluppa in un tempo più o meno lungo.

Lo sfiancamento delle strutture elastiche di supporto delle emorroidi è lento ma costante, e più il tessuto di sfianca, più si riempie di sangue, aumentando dunque il peso che, sotto la forza di gravità, tende a far prolassare sempre più verso il basso i gavoccioli.

Questo peggioramento progressivo è accelerato da alcune condizioni favorenti come ad esempio la stipsi cronica e qualsiasi situazione di iper-pressione addominale: la gravidanza, il parto, gli sforzi addominali eccessivi al lavoro o in palestra, anche la diarrea cronica.

Anche le frequenti congestioni ed infiammazioni delle emorroidi, che si lacerano con facilità al passaggio delle feci, possono peggiorare ulteriormente il quadro clinico, aumentando sempre di più la gravità della patologia.

Indicativamente, emorroidi al III stadio sono già pressoché impossibili da far rientrare solo con una modifica della dieta e degli stili di vita, e il ricorso a cure mediche o chirurgiche è quasi sempre obbligatorio.

Perché non si dovrebbe mai procrastinare il ricorso alla visita proctologica e alle cure mediche per le emorroidi?

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la visita proctologica non è dolorosa, non è imbarazzante e non deve essere temuta

Come spiegato poco in alto, le emorroidi sono una patologia cronica e degenerativa.

Più il paziente ignora il problema e ritarda le cure, più il prolasso peggiora, peggiorando anche la sintomatologia.

Più il prolasso peggiora, più incisiva e radicale deve essere la cura medica, che a volte non basta, e viene sostituita da quella chirurgica.

Spesso, per vergogna (ingiustificata) oppure semplice paura, il paziente ricorre alla visita medica solo quando la situazione del prolasso è divenuta pressoché insostenibile, con episodi di emorroidi di III o IV stadio davvero gravi.

Questa condizione andrebbe evitata, e il paziente dovrebbe essere adeguatamente informato che le cure per le emorroidi dovrebbero essere iniziate il prima possibile.

Così facendo è possibile non solo evitare spiacevoli complicanze e periodi di dolore e sofferenza, ma il Medico è anche facilitato nella terapia, che può dunque essere molto più sopportabile e serena anche per il paziente.

Come si possono curare le emorroidi patologiche?

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iniezione di mousse sclerosante in gavocciolo di iii grado

La cura delle emorroidi varia molto in base al loro stadio di gravità.

Emorroidi di basso grado richiedono terapie conservative più lievi, mentre emorroidi di alto grado richiedono terapie più energiche, radicali.

La Medicina attuale permette di risolvere pressoché ogni stadio emorroidario, ma la terapia da utilizzare varia molto a seconda della gravità del prolasso e anche a seconda del singolo caso clinico.

Una prima grande distinzione sui trattamenti specifici per le emorroidi può essere data dal tipo di approccio: conservativo o radicale.

Sono trattamenti conservativi tutti quei trattamenti o terapie che, come il nome lascia intuire, non asportano i tessuti dei plessi emorroidari, ma si limitano a limitare o a ridurre il prolasso.

La Medicina conservativa per le emorroidi dispone di molti trattamenti, a seconda del caso clinico, che possono essere riassunti in:

  • Controllo della dieta e decongestione delle emorroidi, effettuata tramite dei precisi consigli alimentari, l’assunzione della giusta dose di acqua giornaliera e la prescrizione di farmaci flebotonici, nonché (se indicato) anche dall’applicazione di cortisonici e flavonoidi locali;
  • Tecnica HeLP, che si basa sulla cauterizzazione delle arteriole che riforniscono le emorroidi;
  • Legatura elastica del gavocciolo emorroidario, tecnica antica, dolorosa e oramai quasi in disuso, che prevede l’applicazione di un elastico compressivo alla base del gavocciolo e la conseguente necrosi e distacco dello stesso;
  • Crioterapia, che si basa sul congelamento e conseguente necrosi dei gavoccioli estrusi (anch’essa terapia dolorosa ed in disuso)

Questi trattamenti sono solitamente indicati per stadi lievi di prolasso emorroidario, indicativamente sino al II stadio.

Dal terzo stadio in poi, è quasi sempre necessario intervenire con terapie più energiche, il cui obiettivo non è la semplice riduzione del prolasso ma l’asportazione o la distruzione completa dei plessi emorroidari stessi.

Queste terapie vengono definite radicali, e sono quasi sempre necessarie per gli stadi II e IV del prolasso emorroidario, per cui tutte le altre terapie conservative non funzionano o non portano risultati considerevoli.

Queste terapie radicali possono essere mediche o chirurgiche, e sono:

  • L’emorroidectomia secondo Milligan-Morgan, terapia chirurgica antica ma tuttora valida, in cui i plessi emorroidari vengono asportati tout-court chirurgicamente, con delle escissioni che non prevedono suturazione finale.
    La tecnica, se ben eseguita, è risolutiva nel 95% circa dei casi, ma ha il grande svantaggio di essere poco agevole per il paziente nel post-operatorio;
  • La scleroterapia con scleromousse stabilizzata, una terapia moderna e d’eccellenza che prevede la chiusura totale dei gavoccioli per mezzo dell’iniezione di polidocanolo in mousse, che fa sclerotizzare (chiudere) le pareti interne delle emorroidi causandone dunque la risoluzione completa.
    Anche in questo caso, se ben riuscita, la terapia consente al 95% circa dei pazienti di liberarsi definitivamente dalle emorroidi

Come sempre, è doveroso ricordare che non vi è una terapia migliore dell’altra per la risoluzione delle emorroidi patologiche: è il Medico Proctologo che, dopo la visita e dopo aver giudicato in scienza e coscienza la condizione clinica del paziente, propone la terapia adeguata.

Consigli proctologici

Più le emorroidi si gonfiano e più, per forza di gravità, tendono a prolassare verso l'esterno dell'ano.

Emorroidi ormai completamente estruse dall'orifizio anale danno quotidiani problemi di ogni tipo: dalla continua irritazione ed infiammazione alle piccole o grandi lesioni, che si formano per via dello sfregamento delle emorroidi sugli indumenti intimi.

Questo causa una serie di continui problemi al paziente, come il prurito anale, la sensazione di corpo estraneo nell'ano, bruciore e sanguinamento giornaliero, a volte anche senza essere andati di corpo.

La formazione di un doloroso trombo emorroidario è poi molto più probabile nelle emorroidi ormai completamente prolassate rispetto a quelle più contenute.

Ecco perché non ci si dovrebbe mai ridurre all'ultimo momento a decidersi di curare le emorroidi.

Cos’è la scleromousse per le emorroidi?

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La terapia sclerosante in scleromousse per il trattamento delle emorroidi è una moderna terapia medica che, negli ultimi anni, sta prendendo il posto dell’emorroidectomia Milligan-Morgan per un alto numero di casi clinici.

Si basa sull’inoculazione diretta nei singoli gavoccioli emorroidari, mediante una speciale mousse formata da aria sterile e polidocanolo (un farmaco alcolico), che viene eseguita ambulatorialmente.

Il polidocanolo in mousse si aggrappa tenacemente alle pareti interne delle emorroidi, provocandone un’infiammazione controllata.

Questa infiammazione distrugge il tessuto interno dei gavoccioli e lo fa ritirare, chiudendo dunque anche i plessi emorroidari che si atrofizzano permanentemente.

Il risultato è una remissione completa delle emorroidi, con una distruzione permanente dei gavoccioli prolassati che, ritirandosi, fanno recedere anche parzialmente la mucosa anale, che risulta quasi sempre prolassata assieme alle emorroidi.

Questo porta alla guarigione pressoché completa del paziente, evitandogli il ricorso alla dolorosa, seppur efficace, soluzione chirurgica.

Il trattamento a base di scleromousse per le emorroidi può essere effettuato anche su casi di alto grado?

Sì, il trattamento di scleromousse anzi è stato sviluppato sperimentalmente proprio per pazienti con uno stadio emorroidario grave, in attesa di intervento chirurgico.

La terapia è stata messa a punto in Italia durante la pandemia di COVID-19, che ha essenzialmente bloccato tutti gli interventi chirurgici non in urgenza, proprio per dare sollievo ai pazienti in attesa di operazione ed affetti da prolasso emorroidario importante, oltre il III stadio.

Il trattamento, partito in via sperimentale come palliativo, ha dato invece risultati insperati: il 95% dei pazienti sottoposti al trattamento sclerosante ha visto una riduzione totale del prolasso, senza bisogno di accesso chirurgico.

Ecco perché la scleromousse per le emorroidi può essere somministrata anche a pazienti di III o IV stadio di gravità, che un tempo sarebbero stati indirizzati obbligatoriamente verso la Chirurgia.

Come vengono diagnosticate le emorroidi?

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La diagnosi delle emorroidi è clinica, ed è effettuata mediante una visita proctologica, accompagnata da un’obbligatoria proctoscopia.

Medici Proctologi di alto livello utilizzano per la proctoscopia un esame d’eccellenza chiamato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica: un esame totalmente digitale, a guida video, che permette l’analisi di tutto il canale anorettale, dando al Medico immagini in alta definizione e in tempo reale, visualizzate a monitor.

Questo esame è indispensabile per la valutazione delle emorroidi interne di basso grado, non visibili esternamente e difficilmente visibili anche con l’anoscopio ottico.

a quale medico bisogna rivolgersi per diagnosticare e curare le emorroidi patologiche?

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Le emorroidi e il loro prolasso sono competenze della Proctologia, ossia quella parte della Medicina che si occupa specificatamente dello studio e della cura delle patologie del retto e dell’ano.

In Italia, non esiste ancora una Scuola di Specializzazione di Proctologia, e dunque tale branca medica è inglobata in altre specialistiche come la Chirurgia Vascolare, la Chirurgia Generale e la Gastroenterologia (solo per citare le più importanti scuole).

A prescindere dalla sua specializzazione, il Medico Proctologo è quasi sempre un Chirurgo, che ha perfezionato il suo percorso in Proctologia direttamente sul campo, con anni ed anni d’esperienza diretta.

Ecco perché, solitamente, i Chirurghi Proctologi sono tutti Medici con decenni di esperienza alle spalle, e solo raramente risultano neo-specializzati.

Il paziente che vuole diagnosticare ed iniziare a curare le emorroidi deve dunque richiedere una visita proctologica da una Chirurgo Proctologo.

Soffri di emorroidi a Milano? Non aspettare oltre, affidati alla Dottoressa

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La Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Proctologo di Milano, perfezionata da anni nel trattamento sia medico che chirurgico delle emorroidi.

Nel suo studio di Via della Moscova la Dottoressa potrà aiutarti a diagnosticare esattamente il grado delle tue emorroidi per mezzo dell’avanzata Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica: un esame moderno e non invasivo che ti permetterà di scoprire il reale stato del tuo canale anale, nonché aiuterà la Dottoressa a proporti la terapia più efficace per farti stare meglio.

La Dottoressa è inoltre un Chirurgo esperto di terapia sclerosante con sclermousse stabilizzata ad aria sterilizzata: un trattamento d’eccellenza e innovativo, che può in molti casi sostituire l’intervento chirurgico e portare ad una risoluzione piena delle emorroidi.

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Quindi ricorda che...
  • Le emorroidi sono dei normali plessi anatomici costituiti da vene ed arterie unite tra di loro e posizionati nel canale anale;
  • vi sono tre plessi emorroidari principali più due secondari;
  • in condizioni di normalità le emorroidi non danno alcun fastidio, ma anzi contribuiscono alla continenza fecale;
  • quando, per diversi motivi, le emorroidi si gonfiano ed estrudono fuori dal canale anale si parla di malattia emorroidaria;
  • per paura od imbarazzo, spesso il paziente ritarda la diagnosi e la cura delle emorroidi, peggiorando la situazione clinica;
  • vi sono quattro stadi di gravità delle emorroidi, dal primo al quarto (il più grave);
  • la stipsi cronica, la diarrea cronica mai curata, il parto, la gravidanza e alcuni sport e lavori possono essere la causa scatenante del prolasso emorroidario;
  • la medicina e la chirurgia moderna consentono di risolvere pressoché ogni problema di emorroidi, a patto che il paziente si decida a farsi curare;
  • vi sono trattementi conservativi e trattamenti radicali per la cura delle emorroidi, a seconda dell'indicazione clinica;
  • più si ritarda la diagnosi e la cura delle emorroidi, e più i trattamenti necessari per la cura saranno invasivi

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.

La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Vascolare Proctologo a Milano Dott.ssa Luisella Troyer

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:

domenica 11 febbraio, 2024

La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.

Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.

Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.

È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.

In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.

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‟Posso dire semplicemente grazie... Per la gentilezza della collaboratrice alla reception, per la professionalità e umanità del medico e della sua equipe."
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